«Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve assumere una posizione ferma contro l’aggressione israeliana subita dal Libano e contro la guerra tecnologica che [Israele] sta conducendo contro di noi, e che sta causando centinaia di morti e decine di feriti»: questo il messaggio che il primo ministro libanese uscente, Nagib Mikati, ha affidato all’ambasciatore britannico in Libano, Hamish Cowell, nel corso di un incontro al Palazzo del Gran Serraglio, a Beirut. «La comunità internazionale– ha aggiunto Mikati, stando alla stampa locale- è la principale responsabile dell’impunità di Israele» ha aggiunto, auspicando che «Il Consiglio dei ministri previsto per domani possa condurre a una decisione che faccia da deterrente e che possa porre fine alla guerra di sterminio che Israele conduce». Mikati è intervenuto dopo due giornate di attentati terroristici, che hanno visto centinaia di dispositivi elettronici saltare in aria contemporaneamente in diverse località del Libano. I dispositivi – tra cui principalmente cercapersone, smartphone e walkie-talkie – appartenevano a esponenti del partito politico Hezbollah, e della sua ala militare. Nelle esplosioni sono morte quasi cinquanta persone, mentre i feriti sarebbero 3.300. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto di fermare le aggressioni per «evitare il serio rischio di una drammatica escalation» nella regione, senza tuttavia citare né Israele né alcun altro eventuale responsabile. Quindi ha aggiunto: «Ovviamente, per logica, tutte queste esplosioni costituiscono un attacco preventivo che anticipa una grande operazione militare. Ciò indica il serio rischio di una drammatica escalation in Libano, e bisogna fare tutto il possibile per evitarla.
Alessandra Fabbretti