Continua lo scontro tra Beppe Grillo, fondatore e ‘garante’ del M5S, e il presidente Giuseppe Conte. Al centro c’è la prossima assemblea Costituente del Movimento che a fine ottobre deciderà, democraticamente, il nuovo volto politico del M5S e chi dovrà guidarlo nei prossimi anni. A leggere le contestazioni del ‘garante’, così come sono state riportate dalle cronache, ci si trova di fronte ad una sorta di ‘marchese del Grillo’ che non curante degli obblighi previsti dallo Statuto cerca in ogni modo di ostacolare le decisioni che legittimamente la Costituente potrà adottare.
«Grillo – spiega una fonte– si è messo nelle mani dell’avvocato Virginia Raggi…». Come dire, auguri. Ricordando l’avvocato Virginia Raggi, quando fu eletta sindaco di Roma a furor di popolo, nei primi anni del suo mandato impelagata in nomine poi cancellate a seguito di contestazioni giudiziarie. Il presidente Conte, da parte sua, segue le regole, e più volte ha richiamato Grillo ad un comportamento responsabile e rispettoso nei confronti del M5S.
Più volte Conte ha sottolineato che non accetterà mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto ‘sopraelevato’ rispetto alla comunità stessa «perché è antidemocratico– ma se passasse questo principio io non potrei più esserci».
Il confronto scontro tra i due è destinato a crescere man mano che si avvicinerà l’assemblea Costituente che, salvo colpi di scena, si terrà a fine ottobre a Roma. Lì, il presidente Conte lo ha ribadito a più riprese, l’assemblea potrà decidere su tutti i cambiamenti che verranno presentati, anche sul simbolo e sull’abolizione del limite dei due mandati che manda fuori di testa Beppe Grillo.
C’è pericolo di una scissione dopo la Costituente del Movimento?
«Sarebbe una contraddizione con la storia del M5s, nato per realizzare la più ampia partecipazione popolare. Proprio ora che stiamo facendo questo esperimento rivoluzionario di democrazia partecipativa? Non vedo questo rischio», ha affermato il leader del M5S, Giuseppe Conte, in un’intervista a ‘La Stampa’, sottolineando che «non troverete mai una mia dichiarazione o un atto che attesti la mia volontà di far fuori Grillo. Ma nessuno puo’ ostacolare o impedire il processo Costituente».
Intanto oggi il ‘confronto’ si è arricchito con la lettera, resa nota e pubblicata da Huffpost, del presidente Conte al ‘caro Beppe’. Molto dura nei toni: «…la custodia dei valori fondamentali dell’azione politica del movimento e il potere di interpretazione autentica – scrive Conte – si risolvono in una moral suasion, ma di certo non si estendono all’esercizio di un supposto diritto di veto o addirittura alla inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento, insuperabile ostacolo a questa tua visione è il principio democratico su cui si fonda ogni esercizio di attività associativa politica.
Questo è un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico – a prescindere da specifiche previsioni statutarie – che vale per tutti gli organismi associativi, ancor più per le associazioni politiche, e che attribuisce all’Assemblea degli iscritti un potere ‘sovrano'» insiste il presidente del M5S, che dopo aver riportato vari articoli dello statuto sul punto chiude così: «Ne deriva che nessuna preclusione può essere imposta al potere deliberativo dell’assemblea su nessuno dei temi…né tanto meno il tuo potere di veto, come pure scrivi, può estendersi genericamente anche a ‘ulteriori temi che dovessero emergere e/o risultare all’esito della consultazione tra gli iscritti’.
Per il leader del M5S, insomma, le esternazioni di Grillo «sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento con riferimento sia alla malleveria sia ai contratti di pubblicità e comunicazione: ciò mi obbliga a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria, e il recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione. Cordialmente», firmato Giuseppe Conte.
Nico Perrone