È di otto morti il bilancio delle vittime dell’ultimo naufragio di migranti nella Manica, avvenuto la notte scorsa. Ad affondare è stata un’imbarcazione sovraccarica di persone che era appena salpata dalle coste francesi in rotta per l’Inghilterra, nei pressi di Ambleteuse. L’imbarcazione si è capovolta, forse per il peso e il mare agitato, nelle prime ore della notte mentre era ancora molto vicina a terra. I servizi d’emergenza hanno tratto in salvo altri 45 migranti, molti dei quali provenienti dalla Libia. E proprio ieri nel Paese nordafricano la Procura ha annunciato l’arresto di una banda coinvolta nel traffico di immigrazione irregolare, composta da sette cittadini libici e due palestinesi. L’operazione è stata condotta dal sostituto pubblico ministero presso la Corte d’Appello di Tripoli, a seguito di un’indagine basata su prove fornite da un ufficiale dell’intelligence. Secondo quanto riportato dalla Procura in un post su Facebook, l’indagine ha rivelato che il gruppo era responsabile del coordinamento e del profitto derivante dall’organizzazione dell’immigrazione irregolare verso l’estero. I proventi ottenuti dalle attività illecite venivano trasferiti a Paesi del Nord del Mediterraneo attraverso un mercato parallelo, utilizzando intermediari soggetti a sanzioni del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Le autorità hanno confermato che tali proventi fanno parte di un vasto traffico di associazioni criminali specializzate nell’organizzazione dell’immigrazione irregolare e nel traffico di esseri umani. Nell’ambito delle attività di contrasto al traffico di migranti provenienti dalle rotte maghrebine, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale Sisco e con il coordinamento del Servizio centrale operativo, ha invece avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle italiane. Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori di quelle pagine per attrarre nuovi «clienti», in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie. Nei siti erano indicati il costo del viaggio (circa 4.600 euro a persona), le modalità di pagamento e il tipo di viaggio garantito. Chiuse le pagine utilizzate, 728 al momento. Si tratta prevalentemente di account in uso a trafficanti attivi in Libia, ma anche in Egitto.
Cecilia Seppia