«Le conclusioni sul Medio Oriente del Vertice G7 sono state molto nette. Una chiara condanna all’operato criminale e terrorista del regime teocratico dell’Iran è emersa esplicitamente dai 7 capi di Stato e di governo che hanno richiesto a Teheran l’immediata interruzione delle sue attività destabilizzanti, in primis lo stop all’assistenza e fornitura iraniana di uomini e armamenti alla Russia nella guerra in Ucraina. I leader del G7 hanno altresì chiesto di fermare e invertire le escalation del programma nucleare, di interrompere le continue attività di arricchimento dell’uranio che non sono giustificate da alcune finalità civili credibili e di impegnarsi a fornire garanzie sul programma nucleare in ottemperanza al meccanismo di monitoraggio e verifica dell’AIEA. Sempre al Vertice G7 è stata ribadita la ferma condanna dell’attacco iraniano del 13-14 aprile scorsi e confermata una seria preoccupazione per la situazione lungo la Linea Blu. La Risoluzione 1701 è stata anche richiamata nelle conclusioni del Vertice G7, che ha riconosciuto il ruolo stabilizzatore dell’UNIFIL e delle forze armate libanesi e che ha esortato tutti gli attori coinvolti a dar prova di moderazione per evitare un ulteriore inasprimento.
In questo contesto è fortissima la preoccupazione di tutti i Paesi euroatlantici per i rischi drammatici provocati dagli attacchi terroristici di Hezbollah – il principale proxy del regime iraniano – dal Libano meridionale contro Israele. Negli ultimi otto mesi sono stati lanciati oltre 5.000 razzi, missili anticarro e droni, provocando morti e feriti e costringendo oltre 70.000 cittadini ad abbandonare le loro case. Mi chiedo, a fronte di tali avvenimenti, se non sia il caso di ragionare anche per l’Iran, come per la Russia, in termini di fondi congelati, di adeguati risarcimenti per i danni provocati, di rigorose verifiche sulle attività svolte dalle ambasciate iraniane. Su quest’ultimo punto ricordo che l’Iran usa le sue rappresentanze diplomatiche come basi per pianificare e condurre attacchi terroristici anche in Europa, come dimostrato da noto caso Assadi, il diplomatico terrorista che dalla Ambasciata di Vienna operava in tutta Europa. Un ultimo chiaro esempio, quello dello scorso aprile, con il consolato iraniano a Damasco impiegato come centro di comando delle operazioni militari per lanciare 150 attacchi contro obiettivi americani e israeliani. È inaccettabile il comportamento dell’Iran, così come il suo atteggiamento di totale disprezzo delle regole internazionali.
Da tempo Israele ha messo in evidenza i rischi drammatici di questi attacchi. A tal fine, il Governo israeliano ha più volte denunciato le violazioni della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, che consente lo schieramento a sud del fiume Litani unicamente ai militari dell’esercito libanese e a quelli della missione ONU Unifil 2. La situazione è diventata intollerabile: Israele ha diritto che sia ristabilita la totale sicurezza del suo confine settentrionale.
Di fronte a tutto questo, ogni pressione per bloccare Teheran e il suo piano di provocare quella che sarebbe una inarrestabile deriva in tutto il Medio Oriente è più che mai urgente. A tal proposito, è stata presentata in Senato una mozione che chiede l’inserimento del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) – il vero braccio operativo del regime di Teheran – nella lista delle organizzazioni terroristiche».