È stata una vera e propria maratona elettorale, durata sei settimane, da venerdì 19 aprile a sabato 1mo giugno, quella che ha confermato, per il terzo mandato consecutivo, Narendra Modi a capo del governo dell’India, un risultato «decisamente inaspettato» secondo Michelguglielmo Torri, docente di storia moderna e contemporanea dell’Asia all’Università di Torino. L’esperto parla delle elezioni e del futuro politico del Paese. L’esito del voto ha dunque confermato premier Narendra Modi, leader del Bharatiya Janata Party (BJP), partito conservatore della destra indiana. Tuttavia, ritiene Torri, «dai risultati di queste elezioni è emerso un Modi molto indebolito e un vivificarsi delle opposizioni». L’Alleanza Nazionale Democratica (NDA), coalizione guidata dal BJP, ha infatti subito pesanti perdite, sia rispetto alle consultazioni del 2014, che alle ultime del 2019, aggiudicandosi solo 292 i seggi in Parlamento. Sono invece stati 232 quelli andati all’opposizione. Il Bjp si è fermato a 239 seggi, perdendone 64 rispetto al 2019, mentre il Congresso di Raul Gandhi (principale partito dell’opposizione) ne ha conquistati 100, salendo di 48 rispetto al 2019. Sono stati 642milioni i cittadini indiani che si sono recati alle urne, di cui 312milioni donne. «Un record mondiale», lo ha definito Rajiv Kumar, capo della Commissione Elettorale, che «mostra come gli elettori indiani, anche questa volta, hanno preferito il voto all’apatia, la convinzione al cinismo, riconfermando così l’ineguagliabile forza della democrazia indiana». Il numero dei votanti, in leggero calo rispetto al 2019, rappresenta il 66,3% del totale degli aventi diritto. Gli elettori, per facilitare la complessa operazione logistica, hanno votato in sette fasi nell’arco di sei settimane. Tra loro, non si è mai verificato alcun rilevante episodio di violenza. «La gente ha riposto la propria fiducia nell’NDA (Alleanza Nazionale Democratica) per la terza volta consecutiva. Questa è un’impresa storica nella storia del nostro Paese», ha commentato Modi sul proprio profilo social X. Tuttavia, secondo i principali leader dell’opposizione, la campagna del BJP sarebbe stata «fortemente divisiva e discriminatoria nei confronti della comunità musulmana, tutta imperniata su toni trionfalistici».
Lavinia Sdoga