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Per Trump la natura è solo… un campo da golf

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
2 de marzo de 2025
in Mundo
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Per Trump la natura è solo… un campo da golf
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In pochi giorni Donald Trump ha già licenziato 1000 dipendenti del National Park Service, 3000 del Forest Service, 400 dell’Epa (l’Agenzia per la protezione dell’ambiente) e 1000 Park Ranger in varie riserve ed aree protette. Inoltre, ha avviato le procedure di assunzione del personale a lui fedele (a cominciare dalla nomina del ex-militare di carriera e super-cacciatore Brian Nesvik alla direzione dello U.S. Fish and Wildlife, l’istituto federale per la natura che fu di Rachel Carson), impostando i primi step per smantellare il sistema statunitense di conservazione e preparare le estrazioni di gas, petrolio e altre materie prime strategiche. Sta quindi, di fatto, impostando le condizioni burocratico-formali per un abbassamento mirato di tutto il sistema federale delle tutele ambientali, che secondo lui intralciano lo sviluppo, anticipando quello che vorrebbe essere lo smantellamento del sistema cognitivo e normativo di conservazione della natura negli Stati Uniti e, al tempo stesso, il via libera a una potente serie di interventi estrattivi dentro (o a ridosso) del territorio fino a ora protetto. Il Presidente ha già firmato un ordine esecutivo per revocare le norme di protezione su 265 milioni di acri (circa 108 milioni di ettari) di acque federali, dall’oceano Atlantico al Golfo del Messico (diventato Golfo d’America), dall’oceano Pacifico al mar Artico. In particolare tale ordine ha l’obiettivo specifico di rimuovere i vincoli della storica legge (1953) di protezione della biodiversità degli ecosistemi acquatici, la Outer Continental Shelf Lands Act. Uno smantellamento dunque scientifico, annunciato già in campagna elettorale, che conferma una visione del mondo naturale che, se non avesse conseguenze drammatiche, sarebbe ridicola, tanto è fuori da ogni logica moderna e dalla realtà. Un approccio che rivela non solo una visione brutalmente utilitaristica e antropocentrica del Creato, ma anche una concezione pre-ecologica della realtà nella quale l’egemonia non è dei diritti, della scienza, della relazione, ma è della forza, del denaro, dei fucili, della frontiera. Per Trump la Natura sono solo risorse da utilizzare in modo totale oppure, nella migliore delle ipotesi, è un bel gadget di contorno alle proprie attività ludico ricreative, come prendere il sole in piscina o giocare a golf. Non c’è alcuna preoccupazione sul fatto di consumare risorse limitate e ancora meno di distruggere migliaia di specie rare e interi ecosistemi minacciati. L’importante è continuare ad arricchirsi alla faccia di milioni di persone che vivono con 5 dollari al giorno e con il massimo disprezzo di tutti quegli esseri viventi non umani che non possono parlare. E tutto ciò in modo palese e dichiarato spudoratamente al mondo intero, senza neppure preoccuparsi di salvare le apparenze. Una concezione intellettualmente rudimentale …che contrasta con la complessità del mondo e tuttavia proprio per questo funziona. Come scrive Danilo Selvaggi, direttore generale della LIPU: «Segna una scorciatoia nel labirinto. Rappresenta, in tempi di caos e tempesta, un porto sicuro. Funziona sul breve. Per il resto, lascerà rovine, e lascerà imbarazzi nelle persone di buona volontà che, per ragioni varie, ci avranno creduto». Ma alla classe dirigente che attualmente governa gli Stati Uniti sembra che tutto ciò non interessi. Le associazioni ambientaliste americane si stanno preparando a dare battaglia, che si preannuncia particolarmente dura, con uno scontro che è innanzitutto culturale, tra due modi molto diversi di vedere il Mondo. Ed è forse emblematico che questo scontro avvenga proprio negli Stati Uniti dove, esattamente in questi giorni di 153 anni fa (1 marzo 1982), fu istituito Yellowstone, il primo Parco nazionale del Pianeta.

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