«La concretezza come chiave di volta di una cooperazione diversa»: è la prospettiva suggerita dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che durante la conferenza annuale con la stampa parlamentare è intervenuta anche sul Piano Mattei. L’iniziativa italiana che guarda ai Paesi dell’Africa è stata l’oggetto di una delle domande dei cronisti. Chiesti in particolare chiarimenti su come «rafforzare» il Piano «dopo che «nell’anno di presidenza del G7 l’Italia ha avuto il merito di rimettere al centro dell’agenda internazionale due temi strategici come il Mediterraneo e l’Africa». Meloni ha fatto una premessa. «Voglio dire che sono fiera del fatto che il nostro Piano Mattei e in generale la nostra strategia Africa-Mediterraneo sta raccogliendo sempre maggiore interesse, sempre maggiore consenso» ha detto il primo ministro. «Credo che sia nell’interesse non solamente italiano avere un approccio diverso al continente africano». Meloni ha continuato: «Sono fiera della concretezza che il Piano Mattei sta dimostrando; secondo me la concretezza è la chiave di volta di una cooperazione diversa, perché di iniziative generiche sull’Africa ce ne sono state, ce ne sono molte». Secondo la presidente del Consiglio, «riuscire a dare continuità, a essere concreti, a essere credibili, questo sì fa la differenza». Meloni ha sottolineato che «in tutti i nove primi Paesi del Piano Mattei i progetti sono tutti già avviati». Parte dell’analisi i compiti e i traguardi da provare a raggiungere nell’anno appena cominciato. Secondo Meloni, la prima «sfida» del 2025 è «internazionalizzare ed europeizzare il Piano, che è il lavoro che l’Italia ha cominciato a fare con il G7″. Il primo ministro ha detto: «Noi ci siamo posti il problema nel G7, particolarmente nei summit del leader, di come mettere insieme il lavoro che noi facciamo come Italia con il Piano Mattei con gli altri strumenti disponibili e con il lavoro dei nostri partner». Ma quali sono gli altri mezzi a disposizione? Il Global Gateway dell’Unione Europea, il Pgii del G7, cioé il piano infrastrutturale del G7″ ha detto Meloni. «Quindi noi vogliamo cercare di mettere in relazione il più possibile il nostro Piano anche con i livelli, diciamo così, superiori, perché questo consente anche una strategia molto più ampia da parte europea soprattutto, ma io direi anche da parte del G7». C’è poi una seconda sfida nel 2025, ha detto Meloni: «Ampliare il Piano Mattei e quindi individuare nuovi Paesi nei quali portare le nostre iniziative, i nostri progetti». Forniti in conferenza stampa i nuovi riferimenti. «Attualmente i Paesi che noi abbiamo individuato per allargare il Piano Mattei sono Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal» ha detto Meloni. «Questi saranno i nuovi Paesi nei quali il Piano Mattei nel 2025 si amplierà». Dell’iniziativa, presentata al Senato in occasione del Vertice Italia-Africa del 30 e 31 gennaio 2024, si legge sul sito del governo. «Il Piano Mattei prevede strategie territoriali riferite a specifiche aree del continente africano, anche differenziate a seconda dei settori di azione» si evidenzia nel testo. «Ai sensi dell’articolo 1 del D.L. 15 novembre 2023, n. 161, il Piano Mattei individua ambiti di intervento e priorità di azione. Tra i principali settori si annoverano: cooperazione allo sviluppo; istruzione, formazione superiore e formazione professionale; ricerca e innovazione; salute; agricoltura e sicurezza alimentare; tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici; ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali; valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili, dell’economia circolare e del riciclo; turismo e cultura». I Paesi già identificati come prioritari nel Piano Mattei sono Etiopia, Kenya, Mozambico, Egitto, Tunisia, Costa d’Avorio, Repubblica del Congo, Marocco e Algeria. La Partnership for Global Infrastructure and Investment (Pgii) è uno dei progetti strategici lanciati in ambito G7 per sostenere lo sviluppo e la crescita economica delle nazioni più fragili, in particolare in Africa e in Asia. Durante la conferenza stampa, parlando della regione sahariana e subsahariana, Meloni ha anche espresso timore per una crescente presenza della Russia. «È un tema che ho sollevato con i miei partner da circa due anni, e qualcosa sta cominciando ad accadere», ha detto la presidente del Consiglio, evidenziando che la Nato è stata a lungo molto concentrata sul fianco orientale, «senza capire che tutti i fianchi dell’Alleanza sono potenzialmente esposti, in particolare quello meridionale». Meloni ha citato anche la Libia. Un possibile aumento della presenza di Mosca nel Paese è «reale», secondo il primo ministro, perché «la Russia aveva una forte presenza in Siria, dove aveva la sua flotta nel Mediterraneo». Dopo la caduta del governo del presidente Bashar Al-Assad l’8 dicembre scorso, ha aggiunto Meloni, «è ragionevole credere che la Russia stia cercando altri sbocchi e uno di questi potrebbe essere la Cirenaica». Secondo la presidente del Consiglio, la questione «merita di essere monitorata» e infatti «lo stiamo facendo a tutti i livelli».
Franco Caposala