Finalmente sono riuscito anche io ad andare a vedere Diamanti in una sala affollata allo Stabia Hall di Castellammare, durante una piacevole serata nel pieno delle feste di Natale.
Diamanti di Ferzan Özpetek è un omaggio vibrante e poetico alle donne e al cinema, due mondi che sanno realizzare l’impossibile. Questo film, che si muove tra realtà e finzione, ci trascina in una storia tutta al femminile ambientata nella Roma di fine anni Settanta.
Özpetek intreccia abilmente due dimensioni: quella dentro e quella fuori dal set, costruendo un metaracconto che celebra la magia del cinema come strumento di trasformazione e resilienza. Le protagoniste, numerose come in un affresco corale, danno vita a un elogio della forza, della determinazione e della capacità delle donne di affrontare e superare le avversità.
Con una regia raffinata e un’attenzione al dettaglio che cattura ogni sfumatura emotiva, Diamanti racconta non solo una storia, ma un’epoca. La Roma di fine anni Settanta diventa un personaggio a sé, vibrante e contraddittoria, che accompagna le protagoniste nel loro percorso di crescita e scoperta.
Il film è un inno alla resilienza femminile e alla capacità del cinema di trasformare vite, abbattendo confini e regalando sogni. Özpetek ci ricorda che, come i diamanti, le donne e il cinema sanno brillare anche sotto la pressione più intensa, rivelando una bellezza unica e inestimabile.
Tonino Scala