Riscoperta la vita di padre Simone Mascetta, missionario e difensore dei Guaranì,
il cui personaggio ha ispirato il film “The Mission”.
di Generoso D’Agnese
Venti anni fa nessuno conosceva Simone Mascetta. Le nebbie del tempo avevano inghiottito la sua storia e con essa una importante fetta della storia evangelizzatrice del Nuovo Mondo. Mascetta era sconosciuto perfino a Castilenti, paese da cui oltre quattrocento anni prima era partito come studente per poi vivere gran parte della propria esistenza nelle foreste pluviali del Paraguay.
L’unico segno tangibile dell’esistenza di Mascetta era rappresentato da un affresco presente nel chiostro del convento del borgo abruzzese della Valfino, nel quale è ritratto un gesuita che potrebbe rappresentare il missionario. Nulla più. Venti anni dopo le nebbie finalmente si sono diradate e il merito è degli appassionati ricercatori storici e di un sindaco (purtroppo scomparso prematuramente) che ha voluto dare seguito alla flebile traccia che negli archivi della Compagnia di Gesù indicavano la vita di un missionario di nome Simon Maceda.
Il 7 settembre 2024 Castilenti ha celebrato la “riscoperta” del suo figlio missionario, presentandolo in un convegno dal titolo “Padre Simone Mascetta, da Castilenti al Paraguay”, promosso dalla Pro Loco, dal Comune e dalla Deputazione di Storia Patria anche in ricordo del compianto sindaco Alberto Giuliani. Il convegno, aperto dal sindaco vicario Dott.ssa Sabina Mazzocca e moderato dal giornalista Umberto Braccili, ha visto presenti il prof. Ezio Sciarra (preside della Facoltà di Scienze sociali dell’Università G. D’Annunzio), la prof.ssa Giselda Antonelli (università G. D’Annunzio), il prof. Roberto Ricci (vicepresidente della Deputazione Abruzzese di Storia Patria), padre Franco Gatti S.J. (ministro dell’istituto orientale della Gregoriana), il dott. Graziano Paolone (autore di saggi storici sulla storia locale) e Antonio Di Donato autore della coinvolgente monografia “Padre Simone – L’Abruzzese che difese i Guaranì” edito da Hatria. Il nome del missionario, fondatore della prima Riduzione in Paraguay (insieme al confratello Giuseppe Cataldino) ha inoltre trovato finalmente spazio nella toponomastica cittadina grazie all’intitolazione di «Largo Simone Mascetta» e a un murales che permettono di ricordare un personaggio a cui si sono ispirati gli sceneggiatori del film “The Mission”.
Figlio di mercanti, padre Mascetta nacque nel piccolo borgo della Valfino nel 1582 e fu battezzato con il nome di Ettore Ercole, cambiandolo in seguito in Simone quando entrò nella Compagnia in un convento di Napoli. Appassionato musicista di violino, lasciò l’Europa per raggiungere il Río de la Plata con padre Andrés Jordán e altri religiosi. Arrivato a Buenos Aires (5 marzo 1608) si spostò subito a Córdoba del Tucumán e da lì in Paraguay, dopo aver emesso la prima professione di voti. Giunti in terra Guayrà (a Ciudad Real) padre Simone e i suoi compagni penetrarono nell’anima degli Indios con la forza delle note musicali. I missionari conquistarono con la musica il cuore degli uomini vestiti di pelle di cervo e fondarono la prima struttura delle loro “reducciones”. I Nativi erano incantati dalla musica e soprattutto volevano imparare. E ben presto riuscirono a intonare canti a più voci, lasciando estasiati anche i loro maestri. I primi a fondare una missione in terra paraguayana furono proprio Simone Mascetta e Giuseppe Cataldino, dandole il nome di Loreto e spendendo tutta la loro vita nella costruzione di un progetto sociale destinato ad entrare nell’epica missionaria.
Dopo una grave malattia, padre Mascetta continuò il suo viaggio navigando attraverso il Paraná e sulla sua riva destra fondò tre riduzioni, quelle di San Ignacio-Guazú, Santiago de Caaguazú e Nuestra Señora de Fé (oggi Santa María). Gettate le fondamenta per queste missioni il missionario di Castilenti si spostò nelle regioni circostanti, come quelle di Tucatí, Iñeay e Teyayaobá. In compagnia di padre Antonio Ruiz de Montoya, realizzò la riduzione di San Pablo nell’Iñeay. Entrambi fondarono in seguito la riduzione di Jesús María nella giurisdizione del capo Cuaracy-Vea.Quindici anni dopo il suo arrivo, i gesuiti avevano dato vita a quattordici ricche e grandi comunità indigene (i cui resti sono oggi patrimonio UNESCO) nelle quali i Guaranì impararono a esprimere il loro talento per la musica e l’artigianato. Ogni villaggio aveva i suoi strumentisti, e il repertorio si allargò anche alla musica laica. Occasionali visitatori ebbero modo addirittura di ascoltare opere liriche italiane e anche la danza entrò nell’uso dei villaggi guaranì. Loreto divenne il centro dell’intaglio e nelle statue, San Giovanni Battista costruiva strumenti musicali. I missionari e gli indigeni si specializzarono nella produzione del «tè del Paraguay» (oggi conosciuto come matè) articolo che trovò grandissimo successo nelle città coloniali del Sudamerica entrando di fatto nelle usanze del Sudamerica .
Le riduzioni divennero purtroppo terra di scambio per le liti europee. Lo stato del Paraguay passò così in parte nel territorio portoghese innescando una vera e propria guerra. Accerchiati su tre lati, impossibilitati a difendere tutto il territorio, gli uomini in nero resistettero per lungo tempo, ma nulla poterono contro l’attacco politico condotto nei loro confronti nelle corti europee. Accusati di disobbedienza e di resistenza armata, e soprattutto di nascondere enormi ricchezze d’oro, i missionari ricevettero il loro colpo mortale.
Quelle missioni che Voltaire definì «il trionfo dell’umanità», entrarono così nella leggenda. Odiate dai mercanti coloniali, tollerate dagli stati ufficiali, incomprese dalle stesse alte gerarchie ecclesiastiche, le riduzioni divennero un mito. Uno stato fondato sulla mitezza del governo (così scriveva D’Alambert), non poteva vivere in pace, nell’epoca buia del colonialismo europeo.
Salvatosi dagli eccidi, padre Simone trascorse il resto della sua vita nel tentativo di perorare la causa dei Nativi. Era al lavoro nella missione di San Ignacio Guasú quando un ictus lo lasciò a letto fino alla fine dei suoi giorni, il 10 ottobre del 1658.