Chiellini: «Le mie notti magiche all’Europeo, contro la Spagna sguazzavo come un pesce»

Le notte magiche 2. Anzi tris, se nel conto dei sogni del pallone italiano ci mettiamo, prima degli ultimi Europei, i Mondiali del 2006. Ma per Giorgio Chiellini gli Europei del 2021 sono «il ricordo più bello di tutta la mia carriera». L’Italia torna in campo da campione in carica, lui no: vive a Los Angeles, commenterà il torneo da remoto, per un’emittente statunitense. Arriverà a Berlino il 14 luglio, per la finale. Intervistato dalla Süddeutsche Zeitung ricorda quelle emozioni fantastiche. «Sicuramente fummo anche un po’ fortunati. Ma penso ancora che meritassimo di vincere il torneo. Anche Spagna e Inghilterra avrebbero potuto vincere, sì. Ma dall’inizio alla fine del torneo non ho visto una squadra che avesse la consistenza che avevamo noi. Fondamentalmente eravamo una squadra a cui piaceva avere la palla. Verratti, Jorginho, Insigne, Barella erano tutti giocatori tecnici e di grande qualità. Sapevamo anche difenderci quando necessario e siamo stati capaci di farlo quando un avversario come la Spagna in semifinale era più forte di noi in possesso di palla. Ma quella era la grande eccezione. Gli spagnoli avevano il 70% di possesso palla e Dani Olmo era quasi inarrestabile. Mamma mia! Mamma mia! Sembrava che non avremmo mai più preso la palla… Ma io ero nel mio elemento, come un pesce nell’acqua. Alla fine il calcio è segnare gol. Non si vince con il possesso della palla». Mancini è andato in Arabia Saudita… «Questo è stato del tutto inaspettato per me e per tutti gli altri. Dopo la fallita qualificazione ai Mondiali qualcosa si è definitivamente rotto. E anche se non possiamo guardare nelle teste degli altri: ha preso una decisione che noi professionisti possiamo comprendere. In fondo siamo sud europei e ci piace sempre polemizzare su tutto». Spalletti? «È sempre stato all’avanguardia come allenatore. È un piacere ascoltarlo parlare di calcio. È sempre stato un allenatore di altissimo livello e lo ha dimostrato in tutti i suoi incarichi: allo Zenit San Pietroburgo, alla Roma, all’Inter e agli altri suoi club, ottenendo sempre grandi risultati. Il titolo con il Napoli è stato per lui come lo smalto della sua carriera. E in questa stagione, con il Napoli solo decimo, si è visto quanto fosse importante per il Napoli e quanto Spalletti ci fosse nel Napoli campione».

Mario Piccirillo

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