Roma: la società civile del C7, focus su pace e diritto umanitario

È entrato nel vivo il C7, il vertice della società civile che si concluso ieri a Roma. Nato inizialmente come controvertice, da tempo il C7 è riconosciuto dalle istituzioni come spazio di dialogo ufficiale con il G7. Un luogo dove affrontare temi come la pace, le migrazioni, la cooperazione internazionale e soprattutto il rispetto del diritto umanitario. L’economista Riccardo Moro, presidente del C7,  guarda con ottimismo a questo momento di confronto che va oltre le logiche puramente finanziarie che spesso regolano i rapporti tra gli Stati. «Il dialogo con i decisori che hanno un potere rilevante è fondamentale – indica Moro – e tutto questo in un contesto in cui gli spazi di democrazia si riducono. Il dialogo è prezioso per far arrivare alcuni messaggi che portino da un lato il tema dei diritti dell’attenzione ai più vulnerabili e a chi fa più fatica, dall’altro dell’attenzione alla pace. Questi sono aspetti che diventano centrali e sono strumenti per la sostenibilità. Qualcuno può dire che i decisori ascoltino poco le richieste. In realtà questo non è sempre vero, perché questo dialogo sistematico porta nel tempo a un cambiamento di posizione anche dei decisori più importanti». In effetti cambiamenti ci sono stati. L’ Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che ha come obiettivo lo sviluppo, ma senza rinunciare alla sostenibilità, garantendo diritti sociali e ambientali, è un successo della società civile. Un obiettivo già posto 20 anni fa e che ora è una conquista. Un altro aspetto fondamentale è la pace. «E’ un tema – dice Moro – sul quale può apparire che gli strumenti di dialogo siano spuntati, che non siano efficaci in un momento in cui sembra che la risposta armata venga proposta come l’unica risorsa. Noi continuiamo invece testardamente a dire che ci sono strumenti non armati che possono da un lato determinare deterrenza, dall’altro lato costruire ponti e offrire opportunità per definire modalità diverse a livello internazionale e arrivare a tavoli di pace». Organismo molto attivo nel C7 è l’ong Intersos. Da gennaio 2024 sono stati istituiti sette gruppi di lavoro. Intersos, insieme ad ICVA, ha guidato il gruppo di lavoro sull’assistenza basata sui principi umanitari, sensibilizzando sulle principali questioni umanitarie e dando priorità alle preoccupazioni e alle richieste delle Organizzazioni della Società Civile (OSC) nei dialoghi con il G7. Il direttore generale Kostas Moschochoritis spiega che «oggi siamo in una situazione in cui i civili sono sempre più in pericolo, a vecchi conflitti si aggiungono nuove guerre. Serve rimettere al centro il rispetto del diritto umanitario internazionale, e poi c’è il bisogno di non dimenticare alcune crisi che passano inosservate, come la guerra civile in Sudan». Serve quindi implementare anche la cooperazione allo sviluppo, centrando l’obiettivo dello 0,7% del Pil. Temi questi che il C7 ripropone ai grandi della Terra.

Alessandro Guarasci