19 marzo, 2024

 “Mi avete sempre detto vogliamo vincere e abbiamo vinto. Abbiamo vinto tutti insieme. Domenica con la Fiorentina tutti qua per la grande festa. Grazie ancora a tutti quanti”. Sono le prime parole di Aurelio De Laurentiis, da presidente del Napoli campione d’Italia.

DE LAURENTIIS: RIVINCEREMO E CI MANCA LA CHAMPIONS

“Oggi è il coronamento di un sogno che dura da 33 anni. Quando sono arrivato ho detto che ci volevano 10 anni per arrivare in Europa, promessa vinta in anticipo, ora lo abbiamo fatto con lo scudetto, ci manca rivincerlo e rivincerlo ancora e poi ci manca la Champions”. Aurelio De Laurentiis parla al Maradona, mentre parte la festa del Napoli campione d’Italia. “Questa squadra si era appesantita di responsabilità – dice il presidente – e ci voleva una manciata di aria nuova, una capacità di volare in alto, come gruppo senza individualità che funzionassero come un freno. Il progetto non si ferma mai, questo è un punto di partenza. Si riparte con Spalletti”.

DE LAURENTIIS: SCUDETTO INIZIATICO, SPALLETTI ME LO TENGO STRETTO

Uno “scudetto iniziatico”, lo definisce Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli parla a Sky Sport: “Napoli non può essere solo ‘na carta sporca. Il Napoli è di tutti, è giusto che chiunque possa esprimere un suo pensiero. A me che hanno detto non volevo vincere, mi veniva da sorridere a me che sono sempre stato un vincente. Il calcio è complesso, guidi i tuoi pensieri in mezzo a un gran caos. Penso che abbiamo fatto 10 milioni di tifosi napoletani, nel mondo occidentale 83 milioni, stiamo aumentando, in Cina ci seguono, in Corea con Kim, in Georgia, ormai stiamo dilagando e potremnmo diventare presto anche 200 milioni di tifosi nel mondo”. Su Spalletti: “E’ un vero uomo, lavora con grande consapevolezza e dedizione al lavoro, un uomo vero che io ringrazio. Me lo voglio tenere molto stretto, è difficile trovarne così”.

SPALLETTI: NAPOLI È PER TE! MA FELICITÀ È UNA COSA FUGACE

“Per quelli abituati a lavorare duramente, sempre, come me… è difficile: non riesco a gioire delle vittorie, la felicità è una cosa fugace. Ora devo ripartire… È un’impostazione di vita che ti toglie qualcosa alla felicità che dovresti avere”. Così Luciano Spalletti ai microfoni di Dazn, dopo la vittoria matematica dello scudetto del Napoli. “Vedere i napoletani felici è la più grande emozione. Il problema era arrivare a questo punto, perché hai il sentimento di una città sul groppone. Pensi che loro nei momenti duri della vita riusciranno a superarli ripensando a questo momento. Hanno il diritto di gioire in questa maniera. Ora sono più rilassato per avergli concesso questa felicità”. “A Napoli hanno visto grandi allenatori e grandi campioni, hanno visto giocare Maradona. Dentro questo risultato c’è anche la sua protezione. Diventa difficile dire ai napoletani ‘siamo arrivati terzi’, ci sono allenatori che dicono è solo il terzo anno… Siamo partiti dentro la Champions perché questa è la richiesta che mi è stata fatta, il primo obiettivo era tenerlo nel tempo nella Champions. L’abbiamo fatto, anche se poi alla fine l’hanno anche contestata, la squadra”.

SPALLETTI: DOVEVO VINCERE SCUDETTO, NON AVEVO SCAMPO

“L’anno scorso quando ho detto che bisognava provare a vincere il campionato mi hanno detto che avevo detto qualcosa di troppo grosso rispetto alla personalità della squadra, ho detto qualcosa che andava al di là, per strappare il massimo dai calciatori e costruire una mentalità con cui andare avanti quest’anno. Non abbiamo mai messo in discussione l’obiettivo che mi è stato chiesto. Ci sono stati Ancelotti, Benitez, Sarri, Gattuso, che cosa vengo a fare qui? Restava solo da vincere lo scudetto, sennò non avrei avuto scampo”, afferma Spalletti commosso. Poi parla di Osimhen, l’uomo scudetto: “Osimhen è duro come le pigne verdi. Calciatore fortissimo, che ha cuore, ha disponibilità per il lavoro della squadra, anche oggi nel primo tempo rincorreva tutti anche se bisognava tenere le energie per fare gol, quando vede la palla è come i bambini piccoli, la rincorre da tutte le parti. Ha fatto tanto per la squadra, aver segnato il gol scudetto è il giusto premio”. “Ho due dediche – dice ancora Spalletti – la prima alla squadra, ai calciatori che meritavano questa felicità, la seconda a tutto il pubblico, a tutta Napoli, questo è per te. E a tutti i miei collaboratori, a Giuntoli, a quelli che si lavora, alla società, che ha fatto un buon lavoro e un po’ anche a mia figlia Matilde, naturalmente a tutta la famiglia che spinge sempre, tutti i miei amici, mio fratello Marcello”.

Mario Piccirillo