Il metano allo stato solido, noto anche come idrato di metano, è composto da molecole di gas metano (CH4) contenute all’interno di cristalli di acqua congelata. Nelle profondità dell’oceano, a basse temperature e alte pressioni, gli idrati di metano formano uno strato solido che intrappola circa il 15%-40% del carbonio della Terra. Cosa potrebbe succedere a causa del riscaldamento climatico l’idrato di metano dovesse improvvisamente “sciogliersi” e risalire dagli strati più profondi fino alla superficie? Gli scienziati temono che potrebbe generare onde di pressione in grado di causare fenomeni sismici e di rilasciare enormi quantità di carbonio nell’atmosfera.
Il livello di rischio nel Mediterraneo
Per nostra fortuna, gli idrati naturali del metano nel Mediterraneo sono meno diffusi di quanto si potesse pensare. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista della Società Geologica Americana Geology, che ha visto la partecipazione di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), dell’Università degli studi di Trieste e dell’Università di Oxford e che che spiega come la causa di questo sia dovuta alla presenza dei depositi di sale del Messiniano nel sottosuolo del Bacino e alla peculiare distribuzione del calore, sia nelle acque, sia nel sottosuolo. «La conoscenza della distribuzione del metano in forma idrata nei fondali oceanici è di grande importanza per comprendere l’evoluzione del clima sulla Terra, la pericolosità geologica dei fondali marini e le risorse energetiche di idrocarburi non convenzionali» spiega Angelo Camerlenghi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Come in gran parte degli oceani, anche nel Mediterraneo, dove è noto che ci siano ingenti riserve di gas metano, dovrebbero esistere vaste zone di accumulo di metano idrato allo stato solido. Gli idrati del metano non sono però mai stati individuati nelle ricerche scientifiche finora condotte e lo studio dimostra che questa risorsa è difficilmente accumulabile nei fondali del Mediterraneo. «Lo studio ci ha portati a concludere che il bacino del Mediterraneo non è soggetto alla formazione e alla conservazione di idrati di gas nel sottosuolo e abbiamo concluso che la loro presenza sia fortemente limitata dalla presenza di alte concentrazioni di sale nel sottosuolo» riporta Camerlenghi.
Marco Fezza