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L’80% dei farmaci approvati negli Stati Uniti sono stati estratti direttamente da prodotti naturali o comunque ispirati da essi

Come noto la gran parte delle piante ma anche molti funghi e specie animali hanno proprietà utili per la nostra salute o alimentazione, mentre da moltissime di tali specie si estraggono principi attivi che sono alla base di molti farmaci moderni. Tra l’altro, per fortuna, gran parte di tali molecole possono essere riprodotte in laboratorio o estratte da colture, senza così arrivare a distruggere le specie selvatiche da cui sono state estratte la prima volta. Il caso più famoso in tal senso è probabilmente quello della penicillina, scoperta da Fleming, Florey e Chain a partire dagli anni ’40 nel Novecento nel fungo Penicillium. Il primo antibiotico che ha salvato milioni di vite da infezioni sino a pochi decenni fa letali, sebbene il primo paziente curato con questo prodotto, il poliziotto inglese Albert Alexander, morì il mese successivo. Peraltro la prima sostanza di origine naturale che sostituì l’uso della pianta in toto, come si aveva sempre fatto in erboristeria sino ad allora, fu un oppiaceo, la morfina, isolata ed estratta dal famoso papavero (Papaver somniferum) nel 1804. Da allora l’uso di composti puri invece che della pianta o del fungo grezzi si è diffuso rapidamente nel mondo Occidentale. Dal 1990 al 2014 l’80% dei farmaci approvati negli Stati Uniti sono stati estratti direttamente da prodotti naturali o comunque ispirati da essi (Li & Vederas, 2009). Ci sono centinaia di esempi: antibiotici come la già citata penicillina o l’eritromicina, farmaci antitumorali come la trabectedina e la vinblastina, immunosoppressori come la ciclosporina e la rapamicina che facilitano il trapianto d’organi, antinfiammatori come l’acido acetil-salicilico (scoperto nella corteccia dei salici), analgesici quali la morfina e la codeina, e farmaci contro la malaria come il chinino e l’artemisinina. Alcune di queste sostanze sono state scoperte nelle creature più improbabili. Come l’exendin-4, una preziosa sostanza usata nella cura del diabete scoperta nella saliva tossica del Mostro di Gila (Eloderma horridum), la più grande lucertola del Nord America. O le sostanze utilizzate per la sterilizzazione di siringhe e attrezzature mediche estratte dal gelatinoso sangue azzurro del Limulo (Limulus polyphemus) un vero e proprio fossile vivente che vive negli oceani. E se i limuli sono ormai divenute specie minacciate proprio per estrarne il prezioso sangue, in molti altri casi, come accennavamo, la sintesi chimica ha reso possibile la disponibilità di diversi farmaci di origine naturale nel dosaggio richiesto per l’uso terapeutico, nonostante le scarse disponibilità dalle fonti originali. È il caso per esempio della galantamina, un composto prodotto da un raro fiore delle montagne Caucasiche (Galanthus caucasicus) che si è dimostrato essere una delle poche sostanze in grado di rallentare i sintomi dell’Alzheimer. Nonostante la sua struttura complessa, questo prodotto naturale è oggi disponibile a livello commerciale grazie alla sintesi a partire da composti chimici semplici: un sistema più semplice dell’estrazione diretta dal fiore raccolto sul campo e che ha evitato danni alle residue popolazioni selvatiche di questa pianta.

Armando Gariboldi

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