“In Madagascar la povertà è dilagante e tanti bambini e giovani non hanno né opportunità di studio né di lavoro. Molte comunità hanno bisogno di tutto. Come imprenditore ho sentito il dovere di conoscere questa realtà, condividendo la nostra ricchezza per finanziare un progetto di sviluppo. Mai come oggi l’Africa ci riguarda da vicino”. Parola di Fabio Storchi, imprenditore emiliano classe 1948, presidente della holding Finregg di Reggiolo e Presidente del Gruppo emiliano romagnolo dei Cavalieri del Lavoro. Proprio la sua radicata presenza sul territorio emiliano gli ha permesso di entrare in contatto coi progetti della Diocesi di Reggio Emilia, che da anni è responsabile di varie attività di sviluppo, accanto ad altre missioni cattoliche e non, sull’Isola africana. Il Paese fa i conti con il sottosviluppo “lasciato dalla presenza coloniale” e più di recente “dagli effetti devastanti della siccità”, come riferisce ancora Storchi. Da qui, la decisione di finanziare una casa parrocchiale a Manakara, cittadina di 60mila abitanti a sud-est della capitale Antananarivo, che accoglie i missionari e i volontari laici che aiutano la popolazione. La struttura, costruita durante la pandemia di Covid-19, è stata intitolata a Pietro ed Edmea, i genitori di Fabio Storchi: “Erano contadini” ricorda l’imprenditore, “e mi hanno trasmesso l’importanza del lavoro, che non deve far dimenticare la solidarietà verso chi ha bisogno”. Ma l’aiuto, continua Storchi, rientrato da alcuni giorni da una visita sull’Isola, non consiste solo nel distribuire ciotole di riso: “Bisogna cambiare la mentalità di queste comunità, molto legate agli aiuti delle missioni e delle ong. Le persone devono diventare artefici del proprio sviluppo“. Un obiettivo che la missione di Reggio Emilia ha assunto in vari modi, anche col supporto di altri professionisti emiliani: si parte dal progetto “Ferme”, che consiste nell’avviare varie famiglie all’uso di tecniche agricole più moderne ed efficienti nei venticinque ettari di campi messi a disposizione dalla diocesi.
L’ampliamento dell’ospedale di Ampasimanjeva
Qui, continua Storchi, “le persone vengono formate anche nella gestione economico-finanziaria dell’azienda, compreso l’aspetto commerciale, per poter vendere i propri prodotti e trovare una fonte di reddito”. In cantiere poi l’ampliamento e l’ammodernamento dell’ospedale di Ampasimanjeva, a circa 70 chilometri da Manakara, nella giungla malgascia. Offre in media 18mila prestazioni all’anno e si occupa in larga parte di patologie legate a povertà e carenza di servizi: malaria, tubercolosi, cardiopatiti e malnutrizione. Infine, Storchi cita il sogno dei sacerdoti missionari reggiani e del clero locale di creare una università a Farafangana, un centinaio di chilometri più a sud, che costituirebbe la prima della regione dopo quella di Antsirabe, distante 700 chilometri. Perché “sviluppo significa anche dare ai giovani la possibilità di studiare“, aggiunge l’imprenditore, che si dice inoltre pronto a nuove collaborazioni nella convinzione che “il tema dell’Africa” sia di “enorme attualità per l’Europa e soprattutto per l’Italia: la nostra popolazione invecchia mentre in Africa i giovani si moltiplicano. Nei prossimi anni quindi l’integrazione aumenterà. Per questo- suggerisce l’imprenditore- ritengo che la nostra politica dovrebbe occuparsi sin d’ora di regolare i flussi migratori in modo preventivo, creando occasioni di collaborazione tra le nostre scuole e quelle malgasce per insegnare la lingua, la costituzione, i diritti e i doveri ai giovani africani affinché possano integrarsi al meglio”.
Alessandra Fabbretti