Ai tempi della pandemia qualcuno diceva che “la scienza non si decide a maggioranza”. Ebbene, oggi il Parlamento europeo ha deciso con un voto a maggioranza che l’energia nucleare e il gas sono da considerare “nella lista delle produzioni compatibili con la sostenibilità nella fase di transizione all’energia completamente pulita”, ovvero energie verdi nella cosiddetta Tassonomia UE, andando contro il parere espresso dagli esperti nominati dalla Commissione europea stessa.
Un messaggio controcorrente
L’Unione Europea con la Tassonomia orienta i flussi di denaro dei mercati finanziari verso attività economiche definite sostenibili. In virtù di questa decisione, le nuove centrali a gas e quelle nucleari potranno ricevere finanziamenti da parte degli investitori green. Studi recenti stimano che banche e fondi UE investono ormai l’80% dei loro capitali in settori green, e che questa quota sia destinata a salire al 95% entro il 2030. L’inserimento o meno di nucleare e gas nella tassonomia UE non è, quindi, una questione solo formale, ma diventa sostanziale nel definire il futuro delle nostre scelte sull’energia, sottraendo investimenti alle fonti veramente verdi e rinnovabili.
Il voto di oggi del parlamento Europeo
Da un punto di vista formale l’assemblea di Strasburgo ha bocciato la risoluzione di rigetto sulla tassonomia approvata precedentemente dalle Commissioni congiunte Ambiente ed Economia al Parlamento europeo, in contrasto con la proposta della Commissione europea. Hanno votato contro la risoluzione 328 eurodeputati, i voti favorevoli sono stati 278, gli astenuti 33. A votare contro nucleare e gas sono stati Verdi, Sinistra e S&D. Tra gli italiani Pd, M5S (astenute Gemma e Rondinelli, passate a Insieme per il futuro) e Verdi. A favore di nucleare e gas hanno votato Ppe, Ecr, Id e la maggioranza del gruppo Renew (circa 30 i dissidenti tra i liberali, 36 nel Ppe e 21 nei socialisti). Tra gli italiani, FI, Fdi, Lega e Iv (esclusi Dorfman della Sudtiroler Volkspartei e l’indipendente Zullo).
Le reazioni delle associazioni ambientaliste
La decisione è stata presa ribaltando il parere scientifico contrario espresso dal gruppo permanente di esperti della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile (PFS), nominata dalla stessa Commissione Ue a supporto dell’attuazione del regolamento sulla tassonomia. Secondo la PFS, infatti, il nucleare andava escluso perché non rispetta il criterio di “non arrecare danni significativi all’ambiente, in particolare per quanto riguarda la gestione e lo smaltimento delle scorie radioattive”.
Il gas fossile, a sua volta, emette non meno di 316 gr CO2e/kWh e non soddisfa, quindi, il criterio richiesto dal regolamento per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Gli ambientalisti hanno manifestato a Strasburgo con l’iniziativa #notmytaxonomy, “non è la mia tassonomia”, contro quella che definiscono «Un’insensata tassonomia verde che considera gas fossile e nucleare come fonti energetiche sostenibili, equiparandole alle rinnovabili».
Legambiente
Così commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: «L’Europarlamento con il voto di oggi ha ceduto alle lobby di gas e nucleare. Un duro colpo al Green Deal Europeo e a un’ambiziosa politica climatica in linea con l’obiettivo di Parigi di 1.5 °C, indispensabile per fronteggiare l’emergenza climatica. Si tratta di una scelta politica senza alcuna base scientifica, come invece richiede il regolamento sulla tassonomia».
Greenpeace
Greenpeace annuncia in un comunicato che intraprenderà un’azione legale contro la Commissione europea alla Corte di Giustizia europea, come confermato da Ariadna Rodrigo, sustainable finance campaigner di Greenpeace EU: «È una politica sporca ed è oltraggioso etichettare gas e nucleare come verdi e far fluire più denaro nel forziere di Putin, ma ora lo combatteremo nei tribunali».
Wwf
Ester Asin, direttrice del Wwf European policy office, ribadisce che «Il gas e il nucleare non sono verdi, ed etichettarli come tali è un palese greenwashing: questo danneggia il clima e le generazioni future! Insieme ad altre organizzazioni come ClientEarth, il Wwf esplorerà tutte le potenziali strade per ulteriori azioni per fermare questo greenwashing e proteggere la credibilità dell’intera tassonomia dell’Ue». Prima del voto di oggi, oltre 489.182 persone in tutta Europa – con le e-mail raccolte dalla campagna #StopFakeGreen promossa da WWF, Greenpeace, Transport & Environment, 350.org, EEB e le petizioni di WeMove EU e Avaaz –avevano esortato i loro europarlamentari a respingere il greenwashing della tassonomia: questo dimostra che i cittadini europei non appoggiano le false leggi verdi. «Oggi le lobby del gas fossile e del nucleare hanno ottenuto che vengano dirottati miliardi di investimenti che sono assolutamente necessari per garantire la transizione climatica» ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
Greens/EFA
L’eurodeputata Rosa D’Amato denuncia che «dietro la tassonomia c’è un bottino di investimenti che valeva 290 miliardi nel 2020, e che potrebbe diventare 10 volte più alto nei prossimi anni. Senza dimenticare che il 30% del Recovery fund dell’Ue è finanziato da green bond, cosa che vincola almeno 250 miliardi agli investimenti verdi». E da oggi, tra questi, ci sono anche gas e nucleare.
Luca Serafini