Alcuni frammenti rocciosi dell’asteroide Ryugu, prelevati e riportati sulla Terra dalla missione Hayabusa 2 dell’Agenzia spaziale giapponese JAXA, verranno portati al Center for Instrument Sharing (Cisup) dell’Ateneo pisano per essere studiati con lo spettrometro SPIM, una replica esatta dello spettrometro italiano VIR a bordo di Dawn, un’altra missione dedicata allo studio degli asteroidi. Del team guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) fanno parte due ricercatori dell’Università di Pisa, Luigi Folco ed Enrico Mugnaioli, docenti al Dipartimento di Scienze della Terra, insieme ad altri gruppi di scienziati di nove Paesi. «Per noi è un onore e un’emozione poter essere tra i primi scienziati, al di fuori del team di Hayabusa 2, a poter analizzare questi campioni extraterrestri» commenta Marco Ferrari, ricercatore dell’INAF di Roma che coordinerà le indagini del team italiano.
Alla ricerca della “firma spettrale”
I campioni che andranno al Cisup sono delle particelle di circa due millimetri di diametro. Il compito dei ricercatori italiani è spiegato così dal professor Enrico Mugnaioli: «INAF e ASI si occuperanno di fare indagini spettroscopiche, alla ricerca di una particolare firma spettrale in questi frammenti di rocce. Si tratta di un segnale osservato da remoto sulla superficie di Ryugu, dai sensori montati sulla sonda Haybusa2». «Il contributo pisano in questo progetto – aggiunge il professor Luigi Folco – deve molto al ruolo del Cisup, perché la grande strumentazione di cui si sta progressivamente dotando questo Centro dell’Ateneo pisano ci aiuta a entrare e a far parte delle principali collaborazioni scientifiche di natura internazionale».
Missione di andata e ritorno sull’asteroide
La sonda Hayabusa 2 è arrivata all’asteroide Ryugu il 27 giugno 2018, ha raccolto 5,4 g di campioni durante due touchdown nel 2019 e ha rispedito a Terra la capsula con i campioni, che è atterrata il 6 dicembre 2020. «I campioni da esaminare – spiega Marco Ferrari – ci daranno la possibilità di approfondire le nostre conoscenze sulla formazione e l’evoluzione di questo tipo di corpi del Sistema solare».
Miriam Casadei