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Gonzalez Posso alla vigilia delle elezioni presidenziali in Colombia: “Un blocco regionale per cambiare il paradigma”

Un patto andino-amazzonico per la ridefinizione politica della lotta al cambiamento climatico, anche sulla base del principio della responsabilità comune differenziale al centro di molti accordi internazionali ma poi disatteso. E poi una concertazione regionale con l’asse progressista e riformista del continente per creare nuovi punti di riferimento nella lotta al traffico di droghe e nelle questioni della sicurezza. Un polo sudamericano centrato su un approccio socio-ambientale è uno degli scenari per il futuro immaginati dal presidente di Indepaz, Camilo Gonzalez Posso, quando mancano dodici giorni alle prossime elezioni presidenziali in Colombia.

ELEZIONI IN COLOMBIA, SCENARI FUTURI

Il tema è emerso nel corso di un’intervista in diretta Facebook con l’agenzia di stampa Dire. Al centro del colloquio il voto, il cui primo turno è previsto per il 29 maggio, nel più ampio contesto degli accordi di pace che nel 2016 misero fine a 50 anni di conflitto civile fra lo Stato colombiano e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc) e che da allora informano tutta la vita politico-istituzionale del Paese sudamericano. Parlando degli orizzonti che si potrebbero aprire per la Colombia a seconda dei risultati elettorali, il presidente di Indepaz ha evidenziato che “la stella polare del candidato il linea col governo uscente del presidente Ivan Duque”, Fico Guterrez, rappresentante della coalizione conservatrice Equipo por Colombia, al 22 per cento stando alle ultime rilevazioni disponibili sulle intenzioni di voto, “è quella dell’allineamento alle posizioni americane in fatto di sicurezza ma anche di lotta al traffico di droga e di altre questioni chiave”. Diverse le prospettive con una vittoria del candidato progressista Gustavo Petro, alla guida della coalizione Pacto Historico, avanti nei sondaggi realizzati finora con quasi il 38 per cento delle intenzioni di voto. “Potrebbe emergere un’agenda sudamericana che cerchi risposte diverse al cambiamento climatico, a partire dalla tutela dell’Amazzonia, del ciclo dell’acqua e dell’ecosistema marino”. Una nuova politica comune regionale da realizzare con i partner riformisti, come “Cile del nuovo presidente Gabriel Boric, la Bolivia, l’Argentina”. Un fronte unito, che nella visione di Gonzalez Posso “può dialogare al meglio con gli Usa e anche con l’Europa, a cui chiediamo di fare di più e di essere più autonoma da Washington”. Sul tavolo, ha concluso il presidente, “anche la difesa della sovranità del Sudamerica dagli interessi delle grandi multinazionali”.

Brando Ricci

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