CLOUDS IN A HURRY
DODICILUNE / IRD
Prodotto da Dodicilune, nella collana editoriale Koinè, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe, martedì 19 aprile esce “Clouds in a Hurry” di Antonio Barbagallo. Il progetto discografico del cantante, chitarrista, compositore e autore s iciliano è dedicato a New York, alla sua mutevolezza climatica che diventa anche umorale e che sfocia in una plasticità di contorsionismi in grado di accogliere un mondo eterogeneo che ha lo sguardo proteso al cielo e alle grandi aspirazioni che esso sottende. Un paradigma “accelerato” dei nostri pensieri che sono nuvole di illusioni, di speranze e di sogni. I circa 25 anni trascorsi nella Grande Mela da Barbagallo hanno sicuramente impresso nel suo sound i colori variegati della trasversalità culturale di questa metropoli straordinaria. Tradotto in note musicali tutto ciò corrisponde ad una grande versatilità che si manifesta sia nel repertorio che nel suo linguaggio improvvisativo sempre teso alla ricerca di un filo conduttore che amalgami in scioltezza le diverse componenti stilistiche del mondo del jazz. In “Clouds in a Hurry” si va dallo standard classico di Dizzy Gillespie alla musica di Ornette Coleman, Thelonious Monk e Chick Corea, passando per la tradizione della � �bossa nova” di Antonio Carlos Jobim a quella successiva di Milton Nascimento, il tutto infarcito dai “coloriti” brani originali e dal contributo di grandissimi improvvisatori come Leo Genovese (piano), Sean Conley (contrabbasso), Francisco Mela (batteria), Heri Paz (clarinetto) e Stacy Dillard (sax soprano/tenore).
«”Se vuoi diventare un cantante jazz devi andare a New York”: ancora mi risuona in testa questa frase pronunciata dal bassista neozelandese Jonathan Zwartz che ebbi modo di conoscere a Catania durante l’ormai lontana estate del 1990 e col quale formai un Trio jazz assieme all’amico pianista Alfio Bonanno», racconta Antonio Barbagallo. «Jonathan aveva fatto un’esperienza newyorkese di un anno assieme alla moglie, una cantante di blues, e ritornava in Australia come fa quasi sempre chi vive da quelle parti, dopo un’esperienza in Europa o negli Stati Uniti. Oggi è uno dei musicisti più apprezzati a livello internazionale. Quindi se non vai a New York non puoi diventare un cantante jazz? Ovviamente non è così, ma avere l’opportunità di vivere nella Grande Mela a stretto contatto con musicisti tra i più grandi, fra centinaia di jam session, di ritrovarsi in questo “mondo a parte” che è il “jazz in New York” può offrire qualcosa di veramente speciale in un percorso di crescita artistica», prosegue. «Forse ancora più rilevanti di tutto ciò sono alcuni aspetti della stessa città, il suo ritmo frenetico, la varietà culturale delle genti che ci vivono, la maturità di una comunità che nel corso degli anni si è educata ed educa all’accoglienza, quella sensazione di potersi quasi sempre aggrappare a qualcosa per resistere ai venti contrari. Credo siano questi i più grandi regali ricevuti dalla mia esperienza newyorkese: la forza di rimanere legato ai miei sogni nonostante le infinite risorse necessarie a tenerli vivi e le immancabili difficoltà. Quel fuoco interiore che, insieme ad una grande passione ed abnegazione, ha contribuito a rendermi un’artista e una persona migliore. Dedico questo disco a mio padre Rosario».


Leo Genovese, pianista di notevole spessore tecnico, riesce ad esprimersi indifferentemente sia in acustico che in chiave elettrica con una straordinaria versatilità stilistica. Ha suonato e registrato con musicisti del calibro di Joe Lovano, Jack De Jonette, George Garzone, Esperanza Spalding tra gli altri. «Rifiutandosi di privilegiare uno stile storico del jazz piuttosto che un altro riafferma la sua aspirazione ad essere davvero un musicista “poliglotta”», ha scritto di lui “The New York Times”.
Francisco Mela è un batterista e percussionista cubano dal sound profondamente caraibico e dalla grande esperienza. Nel corso degli anni ha suonato nelle ultime formazioni del grande pianista Mc Coy Tyner e con Gary Bartz, Kenny Barron, Bill Frisell, Joe Lovano, John Scofield. «Una sonorità percussiva e rudimentalmente perfetta produce un linguaggio musicale ricco e pieno di sfumature che si sciolgono nel sound collettivo senza invasioni di campo», secondo la prestigiosa rivista All About Jazz.
Sean Conley è un contrabbassista e bassista elettrico, oltre che compositore ed educatore. La sua n otevole versatilità lo porta ad esprimersi con maggiore naturalezza in contesti più “aperti” come nel “free jazz”. Sean ha accompagnato uno stuolo di musicisti tra i grandi dell’ultima generazione come Freddie Hubbard, Regina Carter, Randy Brecker e molti altri. È inoltre cofondatore di “The Collective School of Music” una scuola di musica tra le più originali per programmi e metodi di insegnamento negli Stati Uniti.
Stacy Dillard è un sassofonista originario dell’Ohio. Ha uno stile perfettamente individuale che si sforza di mettere in pratica con idee musicali che giungono dal profondo del cuore piuttosto che produrre valanghe di pattern. Un vero improvvisatore che ha collaborato col gotha del jazz newyorkese (Frank Wess, Roy Hargrove, Johnny O’ Neal, Peter Bernstein solo per fare qualche nome).
Henry (Heri) Paz è un clarinettista e sassofonista cubano trapiantato a New York. Ha suonato in quasi tutte le formazioni di Francisco Mela. Presenta un articolato stile improvvisativo che risulta essere un’affascinante combinazione di sonorità caraibiche con le atmosfere fortemente urbane del ” free jazz”.
L’etichetta pugliese Dodicilune è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di oltre 300 produzioni discografiche (cd, vinili, dvd) di artisti italiani e stranieri. Grazie a Ird e Believe i dischi sono distribuiti in Italia e all’estero nei migliori negozi di musica, nelle principali catene (Feltrinelli, Fnac, Ricordi, Monda dori, Melbookstore) e su 60 piattaforme di download/streaming digitale in circa 80 paesi in tutto il mondo (iTunes, Spotify, Deezer, AppleMusic, Amazon, Qobuz, Tidal).
Tracklist
1 – A Night In Tunisia (musica Dizzy Gillespie, testo Frank Paparelli)
2 – Broadway Blues (musica Ornette Coleman, testo Antonio Barbagallo)
3 – Clouds In A Hurry (musica Antonio and Rosario Barbagallo, testo Antonio Barbagallo)
4 – Don Quixote (musica e testo Milton Nascimento)
5 – ‘Round Midnight (musica Thelonious Monk, Cootie Williams testo Bernard D. Hanighen)
6 – Mob Job (musica Ornette Coleman, testo Gaetano Messina)
7 – Insensatez (musica Antonio Carlos Jobim, testo Vinicious De Moraes)
8 – El Topo (musica Antonio Barbagallo)
9 – Crystal Silence (musica Chick Corea, testo N. Potter)
10 – Changing Step (musica Antonio Barbagallo)
11 – Luiza (musica e testo Antonio Carlos Jobim)
12 – Straight No Chaser (musica Thelonious Monk, testo Sally Swisher)
Line Up
Antonio Barbagallo • voce, chitarra
Leo Genovese • piano
Sean Conley • contrabbasso
Francisco Mela • batteria
Heri Paz • clarinetto
Stacy Dillard • sax soprano/tenore
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Cartella stampa completa del disco e ascolto
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Ascolto su SoundCloud (LINK DA NON CONDIVIDERE)
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