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Cetacei: l’origine dell’orca

Il ritrovamento nell’isola greca di Rodi di un delfino fossile imparentato con l’attuale pseudorca (Pseudorca crassidens) ha aperto nuovi scenari allo studio sull’evoluzione dei cetacei. E ha contribuito a far luce su una domanda che gli studiosi si pongono da tempo: “Quand’è che i cetacei hanno cominciato a nutrirsi di altri mammiferi marini?”. Attualmente le pseudorche catturano spesso altri delfini, mentre le orche predano foche e piccoli cetacei, ma anche balenottere lunghe più di 10 metri. Fino a oggi, però, mancavano prove che illustrassero l’origine di questo comportamento alimentare. Scoperto da Polychronis Stamatiadis, esperto di geologia e di paleontologia, nelle rocce argillose che affiorano nella baia di Pefkos, sulla costa sudorientale dell’isola, il fossile di Rodi rappresenta uno dei più completi scheletri di cetacei del Pleistocene mai rinvenuti. Un cetaceo nuovo alla scienza, affine alla pseudorca ma con alcuni caratteri del globicefalo, chiamato Rododelphis stamatiadisi in onore dell’isola dove è stato ritrovato e del suo scopritore. Ma intorno allo scheletro sono stati rinvenuti anche i resti fossili del suo ultimo pasto. Questi appartengono a Micromesistius poutassou, comunemente noto con il nome di melù, pesce che vive ancora oggi nel Mediterraneo tra 300 e 400 metri di profondità. Un pesce di media taglia, quindi, come quelli che, secondo la tesi di laurea in Conservazione ed Evoluzione di Sara Citron all’Università di Pisa, costituivano l’alimentazione dell’Orcinus citoniensis, reperto scoperto a Cetona, in Toscana, nella seconda metà dell’800 e parente stretto dell’attuale orca (Orcinus orca). Il nuovo studio guidato da Giovanni Bianucci, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, e condotto con i paleontolgi del New York Institute of Technology – i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Current Biology – permette ora di riscrivere la storia evolutiva dei Delfinidi, la famiglia di cetacei di cui fanno parte il delfino di Rodi, la pseudorca, l’orca di Cetona e l’orca attuale, e conferma che il delfino di Rodi e l’orca di Cetona rappresentano due stadi evolutivi simili ma distinti. Riuscire a catturare pesci di media taglia può essere quindi considerata una tappa evolutiva intermedia verso l’alimentazione di foche, delfini, balene e altri tetrapodi, avvenuta in tempi molto recenti e del tutto ininfluente sulla tendenza al gigantismo delle balene, come invece ipotizzato in passato.

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