Igestori dei rifugi per animali di Kiev e i proprietari in fuga con i pet al seguito sono disperati per la propria famiglia “allargata” con gli animali domestici. A Kiev sono stati riaperti i vecchi bunker per consentire alle famiglie di trovare rifugio. Chi trova riparo nelle gallerie delle metropolitane può portare con sé cani e gatti. «Si richiede che i cani indossino la museruola, data la presenza numerosa di uomini e altri animali, e i che gatti restino all’interno dei trasportini» racconta Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di Oipa International, che è in contatto con le associazioni-membro in Ucraina, che sono allo stremo. Questo è l’appello della direttrice del rifugio comunale e delle cliniche veterinarie di Kiev, Natalia Mazur: «Chiedo ai partner internazionali, ai colleghi veterinari, ai rifugi e ai volontari zoo di potere accogliere anche solo un animale domestico. Abbiamo bisogno di aiuto, anche per l’alimentazione animale. Ci sono 500 animali domestici stimati nel canile: 501 cani e 77 gatti. Mi occupo di medicina veterinaria dell’ospedale cittadino di Kiev, che è anche un rifugio per animali. Ai miei colleghi, partner internazionali, volontari: se potete adottare almeno un animale, adottatelo». I Paesi confinanti con l’Ucraina (Polonia, Slovacchia, Romania e Moldavia) hanno comunicato che permetteranno ai profughi ucraini di entrare nei loro Paesi con i loro animali, portandoli anche senza documentazione». Oipa International chiede alle autorità italiane di fare altrettanto, accogliendo le famiglie ucraine anche con i loro animali e ha inviato una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere che anche in Italia vi sia una deroga al Regolamento Europeo 576/2013 e si permetta l’ingresso nel nostro Paese anche agli animali sprovvisti di passaporto europeo (Pet Passport). «Vista la situazione di estrema emergenza, si potrebbe eseguire la profilassi veterinaria degli animali una volta giunti sul territorio italiano, così che non vengano abbandonati lungo il tragitto o separati dai propri compagni umani dopo essere riusciti a trovare salvezza». Anche LNDC Animal Protection si è attivata per aiutare in maniera concreta gli animali coinvolti in questa barbarie che si sta compiendo in Ucraina. Una prima spedizione di aiuti organizzata da LNDC Animal Protection è diretta ai canili comunali e alla clinica veterinaria di Kiev. Nel frattempo le sedi LNDC presenti in tutta Italia stanno allestendo punti di raccolta a sostegno dell’emergenza in corso. L’Associazione, ove possibile, accoglierà gli animali più bisognosi che avranno necessità di lasciare l’Ucraina. LNDC ha preso contatto con diverse realtà sul posto e con alcune Associazioni rumene di confine, che terranno un filo diretto con l’associazione, per comunicare tempestivamente i bisogni più urgenti e i relativi destinatari. «L’uso del condizionale è d’obbligo – ha argomentato la presidente nazionale LNDC Piera Rosati – perché non è ancora certo che spostarli da lì sia la soluzione più sicura, visti i pericoli che si corrono anche nel viaggio per uscire dal Paese. Il tutto dovrà essere valutato in base all’evoluzione del conflitto armato, che speriamo cessi al più presto».
Per aiutare gli animali in Ucraina:
ci si può rivolgere all’Oipa International, che è in contatto con le sue associazioni-membro in Ucraina;
e a LNDC Animal Protection in contatto ci sono i canili comunali e la clinica veterinaria di Kiev.
Fausta Negri