Gazzettino Italiano Patagónico

Le sofferenze che causa agli animali negli allevamenti intensivi

Il latte sembra un prodotto rassicurante, materno, qualcosa che sembra non poter essere legato alla sofferenza, ma purtroppo in moltissimi casi questo nostro sentire non corrisponde alla realtà. Le vacche da latte degli allevamenti intensivi sono ipersfruttate, hanno una vita breve, che in genere non supera i due-tre parti e conducono una vita miseranda, spesso tenute in piccoli spazi, separate alla nascita dai vitelli, senza mai poter calpestare un filo d’erba. Nonostante gli sforzi degli uffici marketing, che propongono animali felici, in contesti agricoli, e le etichette che parlano di “benessere animale” la vita negli allevamenti intensivi e tutt’altro che una buona vita. Come dimostrano spesso le inchieste realizzate dalle associazioni per la difesa dei diritti degli animali che si sono specializzate, dedicando molto tempo e risorse, nelle inchieste fatte per dimostrare e far conoscere al pubblico cosa accade nel backstage degli allevamenti.

L’inchiesta di Animal Equality

L’ultima indagine giornalistica, in ordine di tempo, è stata realizzata da Animal Equality, una ONG che opera in ambito internazionale e che ha filmato una serie di reiterati maltrattamenti avvenuti in un allevamento del Galles che ospitava, o meglio segregava, 650 mucche da latte. Nei video, davvero scabrosi, si vedono le miserevoli condizioni di vita di questi animali, i maltrattamenti che sono costretti a subire dagli operai e le mancate cure. Episodi di deliberata crudeltà messi in atto dai dipendenti dell’allevamento, che percuotevano senza motivo gli animali, dandogli colpi sul muso e nel ventre, colpendoli anche con le pale di metallo usate per rimuovere la lettiera. Persone che dovrebbero essere valutate come socialmente pericolose e che andrebbero sottoposte a misure di sicurezza, considerando che oramai è stato scientificamente dimostrato che chi esercita violenze sugli animali dimostra pericolose sociopatie, che possono poi portare a comportamenti criminali a tutto tondo, non soltanto nei confronti degli animali. Nel presentare in Italia questi video, che sono arrivati sino alla BBC e sono stati visti, in versione edulcorata, da milioni di persone Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia, ha dichiarato: «Come Animal Equality stiamo sollecitando le autorità a intervenire per fare in modo che questa azienda venga inchiodata alle proprie responsabilità a causa delle gravi violazioni commesse ai danni degli animali. Una condanna per crudeltà non aiuterà quelle mucche che sono state brutalmente picchiate o lasciate a morire in agonia durante la notte, ma invierà all’industria il chiaro messaggio che il Regno Unito non tollera tale crudeltà». Ha poi aggiunto: «Ci viene raccontata una favola sull’allevamento delle mucche da latte, ma la realtà è molto più oscura. I consumatori vengono ingannati».

Maltrattamenti anche in Italia

Moltissimi altri casi di maltrattamenti avvenuti negli allevamenti sono stati riscontrati anche in Italia, dove in più occasioni gli investigatori sotto copertura hanno portato alla scoperta di situazioni inimmaginabili, con gravi maltrattamenti commessi anche all’interno di allevamenti che riforniscono i grandi consorzi di prestigiosi marchi, spesso più attenti a farsi pubblicità che ha controllare i loro fornitori. L’allevamento intensivo si basa su uno stretto contenimento dei costi e questo nonostante  sussidi ricevuti dalla Comunità Europea, trovandosi al centro di una filiera dove, troppo spesso, si parla di “benessere animale” senza verificare le condizioni di allevamento, con una legislazione che per consentire la massimizzazione del profitto ritiene lecite situazioni afflittive, dove gli animali non possono svolgere i loro comportamenti naturali, in situazioni che peggiorano drasticamente se si aggiungono anche crudeltà e maltrattamenti gratuiti. Per questa ragione da molto tempo si richiede la presenza di telecamere in tutti i luoghi ove vi siano animali, dagli allevamenti ai macelli, per poter agevolare i controlli. Ma le tante promesse fatte sono restate, al momento, soltanto vuote parole sparse sulla sofferenza di quelli che, noi stessi in trattato europeo, abbiamo qualificato come esseri senzienti.

Ermanno Giudici

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