Piantare alberi per la salvezza del pianeta. La riforestazione è una delle strade indicate dalla COP 26 per ridurre le emissioni di CO2 e mitigare i cambiamenti climatici. Ma “cosa ne pensano” gli animali del bosco? Ovvero, che impatto hanno le piantagioni sulla biodiversità? Il tema è stato affrontato da una ricerca svolta nel Regno Unito e in Irlanda dalla Queen’s University di Belfast e della University of St. Andrew’s, in Scozia. I ricercatori hanno studiato le attuali strategie di conservazione dello scoiattolo rosso, che è reintrodotto in piantagioni di conifere non autoctone. I risultati mostrano che queste piantagioni hanno un impatto negativo sulla sopravvivenza degli scoiattoli rossi e mettono, invece, in evidenza il contributo che i predatori nativi possono fornire alla biodiversità. Le attuali strategie di rimboschimento incentrate sulle piantagioni di conifere nel Regno Unito e in Irlanda sono presentate come una soluzione basata sulla natura per affrontare il cambiamento climatico e la crisi della biodiversità, in questo caso dello scoiattolo rosso. Tuttavia, l’attuale ricerca, attraverso l’uso di fototrappole, ha monitorato la vita di scoiattoli rossi, scoiattoli grigi e martore dei pini in oltre 700 siti in Irlanda del Nord per un periodo di cinque anni. I risultati mostrano che le piantagioni di conifere, piantate con la scusa di proteggere lo scoiattolo rosso, hanno probabilmente un impatto dannoso sulla sopravvivenza della specie perché favoriscono in modo artificiale un predatore, la martora dei pini. Fino a poco tempo fa, la diffusione della martora dei pini era limitata al nord delle Highlands scozzesi e alle contee occidentali dell’Irlanda. Dopo la sua protezione negli Anni ’70 e ’80, questo predatore nativo ha fatto un recupero sorprendente. Il ritorno della martora dei pini ha apportato benefici allo scoiattolo rosso, fornendo un controllo biologico naturale dello scoiattolo grigio invasivo, che ha sostituito lo scoiattolo rosso in gran parte dell’Irlanda e della Gran Bretagna. Tuttavia, questo effetto positivo si rovescia nelle grandi piantagioni di conifere non native, dove la martora riduce, al contrario, la presenza dello scoiattolo rosso. Questo potrebbe essere dovuto alla mancanza di prede alternative e alla scarsa biodiversità di boschi piantati artificialmente. Si aggiunge la mancanza di rifugi per gli scoiattoli rossi in un habitat boschivo fortemente semplificato. Tuttavia, è probabilmente legato al fatto che gli scoiattoli grigi non vanno bene in questi habitat, e quindi dopo il recupero della martora dei pini, gli scoiattoli rossi non ottengono i benefici del rilascio dalla loro nemesi come fanno altrove nel paesaggio. Il dottor Joshua P. Twining, della Queen’s University Belfast e autore principale dello studio spiega: «Il ripristino dei predatori nativi è uno strumento essenziale di conservazione per combattere la crisi di biodiversità in corso, ma questo deve avvenire assieme al mantenimento e alla protezione degli habitat naturali e strutturalmente complessi».
Paolo Ragno