Gazzettino Italiano Patagónico

Ucraina: Usa e Nato dicono “no” alle proposte di Mosca


Prosegue tra mille ostacoli il confronto diplomatico fra Occidente e Russia per tentare di allentare le tensioni con l’Ucraina e scongiurare il rischio di uno scontro armato. Un disgelo difficile, fatto di accuse reciproche e minacce, che ieri ha visto la consegna da parte di Stati Uniti e Nato, delle risposte alle proposte di Mosca in merito alla sicurezza dei suoi confini: il documento ribadisce la non accettazione delle garanzie chieste dalla Russia che l’Ucraina non entrerà mai a far parte della Nato, né che quest’ultima ritiri le sue forze in campo nei Paesi dell’Europa orientale. Non si è fatto attendere il commento del Cremlino che, fa sapere che le risposte Usa sono al vaglio del presidente, Putin, e che la risposta di Mosca sara’ rapida, ma intanto puntualizza sull’assenza “di una risposta alla questione principale posta dalla Russia – ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Lavrov-: l’inammisibilita’ per Mosca di un’ulteriore espansione della Nato a Est e il dispiegamento di armi d’attacco nell’Europa orientale che potrebbero minacciare il territorio della Federazione. C’e’ una reazione che ci permette di contare sull’avvio di un confronto serio, ma su questioni secondarie”. 
La Russia ribadisce che la tregua deve resistere  
Il cammino della diplomazia per risolvere le dispute, avanzato da Usa e Nato, va da “misure che aumentino la fiducia su esercitazioni e manovre militari in Europa” al controllo degli armamenti sulla questione dei missili strategici e le armi nucleari posizionate nel continente. Per trovare punti di negoziazione, intanto ieri si sono ritrovati a Parigi i consiglieri politici di Russia, Ucraina, Francia e Germania. “Un incontro non semplice” lo ha definito l’inviato speciale russo, Kozak, che ha ribadito come “nonostante alcune diversità di lettura persistano, la tregua deve resistere, il cessate-il-fuoco deve essere mantenuto” fra esercito ucraino e separatisti filo-russi nell’est dell’Ucraina. Nuovi colloqui, intanto, sono previsti a Berlino fra due settimane. 
Gli Stati Uniti paventano un conflitto a febbraio
Le rassicurazioni di Mosca, tuttavia non bastano a spegnere le preoccupazioni degli Stati Uniti che paventano un reale rischio di guerra. Per Washington Mosca potrebbe aggredire militarmente l’Ucraina entro la metà di febbraio e il dipartimento di Stato Usa ha già avvisato: “Se invaderà l’Ucraina, il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania verrà bloccato”. Intanto, il clima teso ha spinto l’ambasciata americana a Kiev ad allertare i connazionali e a “considerare di partire subito”. Un’allerta che, il ministro degli Esteri russo Lavrov, parlando alla Duma, considera “un’isteria” dell’Occidente accusato a sua volta di essere entrato in uno stato di “frenesia militarista” e di voler spingere l’Ucraina ad un passo falso, come un attacco alle regioni orientali controllate da milizie indipendentiste filo-russe, per scatenare una guerra. A cercare di calmare gli animi e di tranquillizzare la popolazione, è intervenuta proprio l’Ucraina, con il ministro degli Esteri Kuleba che ha allontanato lo spettro di un’imminente invasione. “Il numero di truppe russe ammassate al confine è grande, ma – ha detto – al momento è insufficiente per un’offensiva su vasta scala lungo l’intero confine”. Ma intanto, “armi moderne” per difendersi dalle forze di Kiev le hanno chiede i separatisti ucraini filorussi, per bocca di Denis Pushilin, leader dell’autoproclamata repubblica di Donestk. “Prima di tutto dobbiamo contrastare i Bayraktars – ha detto Pushilin, riferendosi ai droni venduti dalla Turchia a Kiev. 
La Cina chiede di non accrescere le tensioni
Nell’acceso confronto si è inserita anche la Cina con l’esortazione agli Stati Uniti a “prendere seriamente in considerazione le ragionevoli preoccupazioni della Russia” e con appello alla calma. “Chiediamo a tutte le parti – ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi dopo la telefonata avuta con l’omologo statunitense Blinken – di astenersi dall’accrescere le tensioni e dall’intensificare la crisi”. Posizione condivisa anche dallo stesso Blinken, che ha ribadito come “la riduzione dell’escalation e la diplomazia siano la via responsabile da seguire”.
L’invito a Putin della Turchia per una mediazione 
Il presidente russo, Putin, ha accettato l’invito a recarsi in visita in Turchia del suo omologo Erdogan. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Peskov, sottolineando che Putin andrà in Turchia una volta che la situazione sanitaria e le reciproche agende lo consentiranno. Nei giorni scorsi Erdogan aveva in più occasioni ribadito l’intenzione di voler mediare nella crisi tra Russia e Ucraina, dicendosi disponibil ad ospitare colloqui tra le parti.
L ‘appello del Papa per scongiurare la guerra
Ieri sono risuonate forti le parole di Francesco in favore della pace nell’ambito dell’Udienza e in occasione proprio del giorno della preghiera per la pace in Ucraina. Il Papa ha chiesto ” che quella terra possa veder fiorire la fraternità e superare ferite, paure e divisioni. Le preghiere e le invocazioni che oggi si levano fino al cielo – ha aggiunto Francesco-tocchino le menti e i cuori dei responsabili in terra, perché facciano prevalere il dialogo e il bene di tutti sia anteposto agli interessi di parte”. 
Paola Simonetti

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