Si sente spesso parlare degli effetti che il Sole ha sul nostro pianeta, sia a livello di sistemi biologici, sia anche con influenze – dovute, per esempio, a una tempesta solare – che toccano aspetti meteorologici, climatici, geologici e addirittura infrastrutturali. Da quest’ultimo punto di vista il rapporto tra la nostra stella e gli impianti elettromagnetici che sempre di più stanno caratterizzando il nostro periodo storico (non a caso ribattezzato Antropocene) è oggi particolarmente delicato. Infatti, le famose tempeste solari, emesse periodicamente e legate all’attività della nostra stella, possono scagliare nello spazio, e arrivare facilmente anche sulla Terra, enormi quantità di particelle e di radiazioni elettromagnetiche, con conseguenze disastrose per i nostri sempre più sofisticati ma anche delicati sistemi elettronici. L’evento di questo tipo più potente sino a oggi conosciuto è accaduto il 1 settembre 1859, con un brillamento solare dovuto a potenti eruzioni sulla superficie del Sole che scagliarono nello spazio sciami di particelle e radiazioni che, quando colpirono la Terra, causarono una potentissima tempesta geomagnetica, osservata in particolare dagli astronomi britannici Richard Carrington e Richard Hodgson. La tempesta generò aurore boreali visibili fino a Roma e a Cuba, mandando in tilt le linee telegrafiche dove fuse i cavi di rame, ottimi conduttori che captavano le correnti elettriche generate dall’evento nella nostra ionosfera. E andò bene che a quei tempi (solo 163 anni fa) non esistevano sistemi elettronici. Oggi un evento simile causerebbe black-out elettrici estesi in gran parte del pianeta, mandando ko almeno il 50% dei satelliti e facendo saltare centrali elettriche, mettendo fuori uso i radar e i computer di aerei e navi e causando danni che presumibilmente richiederebbero anni per essere ripristinati. Pertanto alcuni Paesi, a partire dagli USA, si sono organizzati per difendersi da eventi di questo tipo. Il Piano americano coinvolge Protezione civile, Guardia Nazionale ed esercito, prevedendo un coordinamento nazionale e la collaborazione fra gli Stati, che andranno in soccorso della popolazione con generatori elettrici, acqua, cibo e carburante. Inoltre, i principali centri di controllo (es. quelli della difesa o della NASA) hanno predisposto apposite schermature (spesso in piombo). In Italia, invece, non esiste niente del genere per far fronte a un’emergenza da tempesta geomagnetica estrema e anche l’Europa, dove alcuni Paesi si sono singolarmente organizzati, non ha invece un piano comune. Vorrà dire che, se capitasse nei prossimi anni, potrò sempre rispolverare la mia vecchia Renault R4, con accensione di emergenza a manovella!
Armando Gariboldi