Il nuovo rapporto dell’Ispra “TEA-Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano?” presentato alla Camera dei Deputati descrive ed interpreta la situazione italiana alla vigilia della realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con l’intento di sottolineare le trasformazioni in corso ed indicare in quale direzione andare nel futuro. “Transizione Ecologica Aperta” aiuta a leggere e interpretare i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nei più diversi aspetti dell’ambiente italiano e a prefigurarne i cambiamenti futuri. Si tratta di una sintesi chiara delle tante dinamiche che concorrono alla transizione ecologica italiana, che porta subito all’attenzione della società gli aspetti più importanti di ogni problematica o fenomeno, segnalandone le criticità ma anche i risultati già raggiunti o raggiungibili. «Dall’ultimo rapporto Ispra emerge un quadro che ci indica come il Paese sia già sulla strada per raggiungere obiettivi per uno sviluppo più sostenibile – sottolinea Alessandro Bratti, direttore generale dell’Ispra – Oggi assistiamo ad un’accelerazione di questo percorso. Emergono anche situazioni quale il consumo di suolo, dissesto idrogeologico, inquinamento delle matrici ambientali che devono continuare ad essere continuamente monitorate anche attraverso le nuove tecnologie per l’osservazione della terra».




Il documento è diviso in tre parti: “L’ambiente italiano a colpo d’occhio”, “I sistemi naturali”, “I sistemi umani”.
- Un paese coperto quasi al 40% da foreste, più di Germania e Svizzera, e che ha visto crescere le aree protette di terra e di mare fino al 20% del territorio nazionale.
- Si riducono le emissioni di gas serra, calate del 19% negli ultimi 30 anni, come anche le principali fonti di inquinamento atmosferico.
- Preoccupano però l’ozono, la situazione dei grandi centri urbani e la Pianura Padana.
- Non dà tregua l’aumento delle temperature dal 1985, si aggravano le isole di calore nelle città.
- Avanza la transizione energetica: in 15 anni diminuito del 18% il fabbisogno di energia rispetto al picco del 2005 e più che raddoppiati i consumi da fonti rinnovabili (19%), ma se l’industria è avanti, c’è ancora tanto da fare per trasporti e usi residenziali.
- Passi avanti anche per l’economica circolare: l’economia usa sempre meno risorse naturali, la raccolta differenziata continua ad aumentare e si riduce sempre più il conferimento in discarica.
- Transizione all’anno zero invece per il consumo di suolo: 60 chilometri quadrati ancora perduti ogni anno ovvero 15 ettari al giorno.
- Italia paese ricco di acqua, ma tra Valle d’Aosta e Puglia oltre 1000 mm/anno di differenza nelle precipitazioni.
- Il mare tra le matrici ambientali più sotto stress: costoso da monitorare e controllare, eccessivo lo sfruttamento della pesca, invaso dalla plastica.
- Biodiversità italiana sotto attacco delle specie aliene, aumentate del 96% in 30 anni (la media UE è 76%).
Mario Bozza