Un piccolo coleottero tropicale che vive negli ambienti umidi delle foreste pluviali del Madagascar non era mai stato osservato fino ad ora. A scoprire questa specie nuova per la scienza è stato Alberto Ballerio, entomologo bresciano, che l’ha battezzata Goudotostes angelii. Ha così voluto dedicare la scoperta a Nicola Angeli, tecnico e ricercatore del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, esperto nella realizzazione di immagini al microscopio elettronico a scansione. La specie “tipo” è stata raccolta setacciando le foglie cadute e utilizzando apposite trappole nella foresta pluviale di media montagna del Madagascar. La località di ritrovamento ricade nella provincia di Fianarantsoa, a 1200 metri di quota, in prossimità della “Réserve spéciale du Pic d’Ivohibe”. Il Goudotostes angelii è un coleottero che appartiene ai “Cerantocantini” (Ceratocanthinae), una sottofamiglia della famiglia degli Hybosoridae, appartenente alla superfamiglia dei coleotteri scarabeoidei. Le sue dimensioni sono piccole, circa cinque millimetri, e per questo le immagini ad alta risoluzione realizzate da Nicola Angeli sono state fondamentali per descrivere la nuova specie. Un tempo questi coleotteri passavano inosservati perché venivano confusi con semi di piante o detriti, in quanto sono in grado di chiudersi perfettamente assumendo la forma di una sfera. La descrizione del Goudotostes angelii, effettuata dall’entomologo Alberto Ballerio, è stata pubblicata sulla rivista Fragmenta Entomologica dell’Università La Sapienza di Roma. «L’articolo di Ballerio – commenta Nicola Angeli – è importante perché descrive numerose nuove specie tutte endemiche del Madagascar, che diventa così il paese più ricco al mondo di questo gruppo di coleotteri. Questo conferma nuovamente come le foreste tropicali siano gli habitat più eccezionalmente ricchi di biodiversità e rimarca la necessità di proteggerle per preservarne la ricchezza in specie». Il MUSE da quindici anni gestisce il Centro di Monitoraggio Ecologico ed Educazione Ambientale dei Monti Udzungwa nel Parco Nazionale dei Monti Udzungwa in Tanzania, dove svolge attività di ricerca, conservazione e cooperazione in collaborazione con università italiane e straniere. Mentre a Trento i visitatori possono immergersi nella serra tropicale del MUSE e ammirare la biodiversità dell’Africa orientale, una delle regioni più ricche di specie al mondo.
Michele Cozza