Gazzettino Italiano Patagónico

LO SPAZIO DELLE PAROLE DEDICATE ALL’AMORE

Un luogo culturale unico al mondo:
festeggia 10 anni il Museo delle Lettere d’Amore di Torrevecchia Teatina

di Generoso D’Agnese

Se le lettere d’amore si scrivono ancora in Italia, gran parte del merito va al Concorso “Lettere d’Amore” ideato nel 2000 da Massimo Pamio e Giuseppina Verdoliva grazie ai quali le stesse lettere hanno trovato la loro casa nel Museo delle Lettere d’Amore ubicato nel Palazzo Ducale Valignani di Torrevecchia Teatina (Chieti), tranquillo borgo facilmente raggiungibile dalla Strada Nazionale Adriatica che attraversa l’Abruzzo da Nord a Sud.
L’Amore declinato in tutte le lingue e facendo leva su tutte le parole del vocabolario, ma anche sui suoni e sui profumi. Questa l’esperienza pressoché unica che i curiosi e gli innamorati potranno sperimentare gratuitamente nelle stanze del Palazzo Ducale ogni domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17.30. E non è certamente casuale la scelta di questa ubicazione, in un paese adagiato sulle dolci colline che da Chieti declinano verso la costa adriatica. Nella terra che vide nascere Gabriele d’Annunzio, i membri dell’Associazione culturale AbruzziAMOci decisero infatti di bandire un concorso che avesse per protagonista la scrittura cartacea che per secoli ha accompagnato le storie d’Amore dell’umanità intera. L’oggetto del concorso era quindi l’amore declinato in tutte le sue sfaccettature e non necessariamente indirizzato a una persona. L’idea era infatti quella di dare corpo all’Amore in senso lato e a lettere indirizzate a persone reali ma anche immaginarie, ad animali, oggetti e paesaggi. E le stesse lettere non dovevano essere necessariamente di impronta felice ma potevano essere legate anche ai tormenti dell’anima.


Il successo travolgente dell’iniziativa consegnò agli organizzatori una tale quantità di materiale da costringerli a una piacevole ulteriore iniziativa. Quella di trasformare il luogo della serata finale del concorso nell’archivio indelebile delle storie d’Amore. E nel 2011, dieci anni dopo la nascita del premio, vide la luce questo museo unico al mondo, in cui trovano spazio lettere di semplici persone come missive di personaggi importanti: un vero e proprio inno ad un sentimento unico e universale.
“Nel corso delle edizioni del Premio – spiega Massimo Pamio – abbiamo ricevuto migliaia di componimenti provenienti dall’Italia come dall’estero. Asfissiati da quell’ingombro amoroso, ma non volendocene liberare per una questione affettiva (molte lettere serbavano il profumo da dove erano state spedite, fragranza di pane appena sfornato, efflorescenze di bagnoschiuma, oppure esibivano macchie di cioccolata, di caffè, le buste recavano piccoli oggetti come biglie, penne, matite, appunti, che gli autori distratti avevano dimenticato nella busta, insomma ogni lettera si trascinava un piccolo intimo pezzetto di vita appresso) le conservavamo tutte dentro casa. Dopo i tragici eventi del sisma del 2009 decidemmo di custodirle in un museo apposito trovando la disponibilità del Comune di Torrevecchia Teatina e dell’allora sindaco Katja Baboro”.


Il Museo della Lettera d’Amore non è un archivio triste e mortifero di anticaglie arrugginite, sfoggia un aspetto giovanile, con l’espressione vivace del sentimento espressa in tutte le sale espositive. In una di quelle, le lettere sono sospese e volteggiano, ad altezza dello sguardo, in un’altra si possono ammirare le lettere scritte a mano da illustri personalità dell’arte, della letteratura, della scienza;
Il 16 ottobre 2013 i Papaboys donarono al Museo le lettere, i messaggi e i biglietti che erano stati indirizzati a papa Giovanni Paolo II – oggi venerato come San Karol – dai fedeli di tutto il mondo, in un arco di tempo che andava dalla sua elezione al soglio pontificio (16 ottobre 1978) fino al momento della sua morte (2 aprile 2005): nel percorso museale è stata a Lui intitolata una sala speciale dove vengono custodite le le lettere dedicate a Giovanni Paolo II dai fedeli di tutto il mondo. Tra le tante ve ne è una scritta da un affiliato di una cosca famosa che ringrazia il papa per averlo riportato sulla retta via.


Nel settembre 2016 è stata inaugurata una sala dedicata alle Cartoline d’Amore. Nata dal dono di circa 160 cartoline di varie epoche e tipologie, appartenute al collezionista Renato D’Amario la sezione raccoglie quelle che per quasi 70 anni hanno rappresentato un dei mezzi più popolari per la comunicazione amorosa. Le Cartolina d’Amore è stato un genere letterario – epistolare e romantico – molto diffuso nel secolo scorso, in particolare a partire dagli anni Trenta fino a che la rapidità e soprattutto l’immediatezza di mezzi più moderni hanno fatto scadere l’importanza e la diffusione della comunicazione scritta, cartolina o lettera che fosse: “La Lettera d’Amore – sottolinea Massimo Pamio – è un genere letterario codificato universalmente che “è magari soggetta a un decadimento, ma non è in alcun modo destinata all’estinzione”. In occasione della tappa abruzzese Lanciano-Tortoreto del Giro d’Italia, del 2020 il Museo si è reso protagonista anche di un concorso dedicato alle imprese dei campioni come Bartali, Adorni, Gimondi e Coppi. La premiazione si è tenuta alla presenza della nipote di Gino Bartali, Gioia, senza dimenticare il ciclista Luigi Malabrocca: “A te, Maglia nera, a te ultimo di un plotone di centinaia di uomini, innamorato di quel mezzo meccanico a due ruote, a te caparbio, volitivo uomo dedico questa Lettera d’amore, uomo di cui non si conosce il nome, che non sei entrato nella storia di questo magnifico sport, che ti porta al traguardo solo con la fatica, il sudore e il cuore”.  Per Massimo Pamio e Giuseppina Verdoliva il Museo delle Lettere d’Amore rappresenta l’ultima di una lunga serie di sfide vinte in campo culturale. Massimo Pamio, Cavaliere dell’“Ordine Al Merito della Repubblica Italiana”, per meriti culturali è uno studioso di letteratura moderna e ha pubblicato in volume numerose opere di poesia e di saggistica, collaborando con numerosi giornali e riviste. Insieme a Giuseppina Verdoliva (moglie e compagna di avventure culturali) ha diretto la casa editrice Noubs, la rivista internazionale “Pandere” e ha “inventato” la Corriera della Poesia (finalista al premio Telecom Bellezza e premiata a Milano da Umberto Eco) e la “Casa d’Autore” Oltre ad aver dato il proprio contributo alla casa editrice Nobus, diretta da Giuseppina Verdoliva, ha ideato con la stessa la “Casa d’Autore” a Capestrano (L’Aquila), casa museo dove sono in mostra foto, testi, dipinti d’autore, che vuole offrire uno spazio di serenità e di riflessione, un nido per il pensiero e il cuore: tutti gli artisti o gli scienziati che vorranno usufruirne, potranno farlo, ospitati gratuitamente in cambio di un dono (una poesia, un racconto, un dipinto, una pagina delle loro ricerche) che sarà poi conservato nella casa.

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