Si riuniranno il 6 marzo prossimo i ministri della Salute dei paesi membri dell’Unione Europea per affrontare l’emergenza da coronavirus. L’iniziale convinzione che alcuni paesi potevano rimanere fuori dal contagio aveva fatto erigere barriere con gli stop alle frontiere e voli soppressi dai paesi con focolai riconosciuti di Covid-19. Ma dopo la conferenza stampa di ieri pomeriggio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il direttore generale Ghebreysus aveva parlato di un livello di minaccia elevato per la propagazione del nuovo coronavirus. Secondo l’Oms l’epidemia accelera in Corea del Sud e sta destabilizzando l’economia mondiale. A tutti i paesi non ancora colpiti dall’epidemia è stato chiesto di prepararsi all’arrivo del Covid-19: non farlo sarebbe “un errore fatale”. La preoccupazione dell’organizzazione è data anche dai 3 casi distinti di contagio di origine sconosciuta accertati negli Stati Uniti, due nel nord della California e uno nell’Oregon.
In Italia la situazione al momento registra 888 persone che hanno contratto il virus in 14 regioni.
Nel dettaglio: i casi accertati di Coronavirus in Lombardia sono 531, 151 in Veneto, 145 in Emilia-Romagna, 19 in Liguria, 11 in Piemonte, 8 in Toscana, 6 nelle Marche, 4 in Sicilia, 4 in Campania, 3 nel Lazio, 3 in Puglia, 1 in Abruzzo, 1 in Calabria e 1 nella Provincia autonoma di Bolzano. I pazienti ricoverati con sintomi sono 345, 64 sono in terapia intensiva, mentre 412 si trovano in isolamento domiciliare. 46 persone sono guarite. I deceduti sono 21, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Un precisazione che ora è diventata come un mantra per la Protezione Civile dopo le polemiche che si erano scatenate per la diffusione dei numeri dell’epidemia che contenevano anche casi con pregresse patologie.
Michele Inserra