La questione dell’inquinamento da plastica in mare è sempre più concreta e sentita dall’opinione pubblica. Uno studio della Fondazione Ellen MacArthur spiega come, di questo passo, nel 2050 in mare ci saranno più plastiche che pesci e quei pochi saranno pieni di micro-plastiche, derivate dalla disgregazione dei rifiuti. E se i pescatori diventeranno una sorta di spazzini del mare, è superfluo sottolineare come quei pesci arriveranno sulle nostre tavole e le micro-plastiche entreranno nella nostra dieta quotidiana. Nelle acque del Mediterraneo già adesso, ogni anno, finiscono 570mila tonnellate di plastica. È come se venissero buttate in mare 33.800 bottiglie ogni minuto.
Una firma perché l’Italia dia l’esempio
Poiché l’80% della plastica presente in mare viene trasportata dai fiumi, l’associazione Marevivo ha lanciato una raccolta firme, cui aderiscono anche le Sentinelle del Mare, indirizzata al Presidente del Senato affinché l’Italia dia l’esempio nell’affrontare il problema. La legge Salva Mare, infatti, è attualmente al Senato per essere perfezionata e Marevivo propone che contenga un emendamento mirato alla pulizia dei fiumi e all’installazione di sistemi di raccolta alla foce per intercettare i rifiuti. L’azione di fermare i rifiuti prima che arrivino in mare è stata sperimentata con successo sul Po, sul Sarno e attualmente sul Tevere. Ora si chiede di farla diventare una legge dello Stato attraverso una raccolta firme, considerando che le petizioni dei cittadini stanno diventando strumenti sempre più efficaci per attirare l’interesse politico e mediatico.
La situazione in Italia
L’Italia è molto toccata dal problema dei rifiuti in mare (il 77% sono di plastica), al punto che su questo tema si sta producendo una serie tv. Anche secondo una recente ricerca dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e della Snpa (Sistema per la protezione dell’ambiente), la situazione nelle nostre acque è molto seria: su fondali sabbiosi i due mari con maggiori rifiuti sono il Mar di Sicilia con 786 oggetti rinvenuti per ettaro, e quello di Sardegna con 403 oggetti. Il poco invidiabile primato dei rifiuti per i fondali rocciosi, invece, spetta al Mar Ligure (1.500 oggetti per ogni ettaro), seguito dal Golfo di Napoli con 1.200 oggetti per ogni ettaro.
Se vuoi firmare la petizione entra qui.
ndr Natura