Un po’ come accadde per la disciplina olimpica del Curling, fino a che non arrivò qualche medaglia, la sua notorietà sembrava relegata solo al piccolo mondo degli sport di nicchia. Anche per il Biathlon, nonostante la bravura della squadra azzurra di questa disciplina, sembrava solo attrarre il pubblico delle valli nordiche nostrane. Ma quando a conquistare una medaglia d’oro è un’atleta come Dorotea Wierer che alla bravura dimostrata già da qualche anno sui campi internazionali di questa disciplina, fatta di sci di fondo e tiro con un fucile di precisione, unisce la bellezza e lo charme di una donna che passa con disinvoltura dalle tutine hi-tech ai tubini con tacchi a spillo, questo sport assume dimensioni di notorietà che tanto fa bene alle federazioni.
Ed ecco che si vuole conoscere più a fondo questo sport e scoprire come e dove è nato.
Il primo campionato del mondo di Biathlon si tenne a Saalfelden, in Austria, nel 1958 con sole sei Nazioni partecipanti mentre il reingresso a cinque cerchi avvenne alle Olimpiadi di Squaw Valley (Stati Uniti) nel 1960 e la prima medaglia d’oro nell’Individuale venne vinta dallo svedese Klas Lestander. Furono anni di grandi cambiamenti per il biathlon moderno. Nel 1972 l’UIPMB decise di cambiare il calibro dei fucili tenendo in considerazione l’alto costo delle munizioni, le dimensioni e la potenza della carabina, i problemi relativi alla sicurezza e la difficoltà nell’ottenere le licenze di armi. Nel 1976, al Congresso di Biathlon di Seefeld, in Austria, venne così approvata la mozione per introdurre ufficialmente il fucile calibro 22 e due anni dopo, ai Campionati del Mondo di Hochfilzen, in Austria, i fucili a canna piccola vennero utilizzati per la prima volta contribuendo a cambiare radicalmente il Biathlon vista anche la grande partecipazione di nazioni iscritte che, proprio in occasione di questa kermesse mondiale, raggiunse quota 28 Paesi. Nel frattempo, nel 1974, venne introdotta la Sprint, un nuovo format di gara all’interno del programma dei Campionati del Mondo. Le dimensioni in termini di popolarità e di diffusione del Biathlon erano ormai talmente ampie che anche la vecchia UIPMB venne soppiantata nel 1993 dalla nuova organizzazione, l’IBU (International Biathlon Union), che, da allora, è diventata l’organo direttivo della disciplina. Fin dalla sua istituzione, l’IBU ha costantemente promosso l’appetibilità del Biathlon presso il grande pubblico favorendo, nel 1997, la nascita delle gare ad inseguimento (Pursuit) ai Campionati del Mondo e di partenza in linea (Mass Start) ai Giochi Olimpici invernali di Torino del 2006. Attualmente, l’International Biathlon Union conta 65 Paesi membri provenienti dai cinque continenti. Tra questi c’è anche la Bielorussia che sta tentando di riportare un campionato del mondo nello stato ancora sotto osservazione da parte dell’Unione Europea che l’ha posta sotto embargo per la circolazione delle merci. Si parla già del 2021/22 e la località dovrebbe essere Raubichi, designata già per il prossimo Campionato Europeo. L’unica deroga fatta dalla UE sull’embargo, infatti, è solo quella che riguarda esclusivamente la circolazione dei fucili sportivi per il Biathlon.
Gino Conticelli