- Ieri i cittadini svizzeri sono stati chiamati al voto per confermare un disegno di legge che equipara l’omofobia al razzismo
- Il sì ha vinto con il consenso del 63% dei votanti
- La soddisfazione degli attivisti: “Rafforzati i diritti di tutte le minoranze”
Un voto storico che sancisce per sempre un precedente. Gli svizzeri sono stati chiamati ieri a votare per estendere il reato di razzismo ai reati di omofobia. Detta meglio: per rendere illegale la discriminazione delle persone LGBT attraverso qualsiasi atteggiamento di incitamento all’odio attraverso parole, scritti, immagini o gesti. E il referendum ha registrato un successo netto: il 63.1% dei votanti ha intatti appoggiato la risoluzione supportata dal Governo e dai maggiori partiti della Confederazione.
Perché si è votato in un referendum
Una legge contro l’omofobia era stata già approvata in Svizzera nel 2018, dopo anni di lavori e dibattito. Una norma subito impugnata dai gruppi nazionalisti e da alcuni cattolici (Udf) con la motivazione che avrebbe leso la loro “libertà di espressione” e che chiunque dovrebbe essere libero di esprimere pubblicamente il suo giudizio sull’omosessualità. I gruppo contro la riforma di legge sono riusciti a raccogliere 50.000 firme: quelle necessarie per indire il referendum che si è svolto nella giornata di ieri. “Oggi non sono solo i diritti di lesbiche, omosessuali e bisessuali ad essere rafforzati, ma quelli di tutte le minoranze” è stato il commento dell’attivista Salome Zimmermann co-presidente dell’Organizzazione Svizzera delle lesbiche. La nuova norma punisce le offese pubbliche e la discriminazione in base all’orientamento sessuale e qualsiasi atteggiamento di incitamento all’odio a parole, per iscritto, immagini o gesti. Non trova applicazione però all’ambito familiare né tra i gruppi di amici, nemmeno se chiacchierano in un caffè. Quel che è invece certo è che da oggi ristoranti, alberghi, trasporti, cinema o piscino non potranno rifiutare l’accesso di qualcuno per il suo orientamento sessuale. È stato bocciato invece dal 58% dei votanti il secondo referendum per sostenere ‘Più abitazioni a prezzi accessibili’ : ovvero la richiesta che la Confederazione adottasse soluzioni concrete contro il caro affitti.
Daniele Tempera