L’allarme lanciato, anche se con ritardo dall’OMS, circa l’epidemia da coronavirus, trova giustificazione con i dati che arrivano dalla Commissione sanitaria nazionale cinese (NHC): 46 nuovi decessi e 2.102 nuovi casi confermati. Ieri è stata la giornata con il bollettino più grave dell’epidemia di coronavirus di Wuhan con il conteggio totale delle morti a 259 e quello dei contagiati accertati a quota 11.791. Una percentuale di mortalità che negli ultimi giorni è salita con un andamento del 30% rispetto ai casi conclamati anche se ad incidere sono stati i dati nascosti della prima ora del diffondersi del virus che se preso in tempo dai primi di dicembre avrebbe avuto conseguenze diverse. In Italia dove è stato dichiarato lo stato di allarme, i casi finora accertati e sottoposti a profilassi, sembrano essere in via di miglioramento. Intanto le ripercussioni sull’economia sono di proporzioni preoccupanti: la Apple ha annunciato la chiusura di tutti i suoi negozi in Cina “a causa dei recenti problemi di salute pubblica e per prevenzione”. E’ quanto si legge sul sito cinese della compagnia. Resterà in funzione il negozio online della Apple in Cina, precisa la nota. Affermando che l’azienda continuerà a monitorare la situazione, il comunicato afferma l’intenzione di riaprire i negozi “il prima possibile”. L’annuncio giunge dopo che Toyota,Ikea e Starbucks hanno chiuso in Cina.
Fulvio Bartolini