Il presidente cileno Sebastián Piñera ammette: “Siamo in guerra” giustificando così anche le reazioni forti dell’esercito nei confronti dei manifestanti. “Dobbiamo assicurare la democrazia” si affretta a dire Piñera. Intanto sul terreno degli scontri salgono a dieci le vittime. Le ultime due rimaste carbonizzate negli incendi che loro stessi avevano appiccato. C’è da chiedersi, tuttavia, se il rincaro dei biglietti della metropolitana possa essere stata l’unica molla a far scattare la guerriglia urbana o se nel paese covava qualcosa di più profondo o se addirittura i movimenti giovanili attendevano di emulare l’altra protesta sul versante orientale di Hong Kong.Durante un incontro con i media, Piñera ha insistito sul carattere ‘organizzato’ delle proteste sottolineando che “unico scopo” dei responsabili “è quello di causare il maggior danno possibile”. Potrebbe essere l’altra faccia della medaglia degli scontri.
Pietro Valsecchi
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