Il caso dieselgate a distanza di qualche ano continua a far sentire i suoi effetti. Ad essere travolto dalla “nube tossica”, questa volta è il manager di FCA, Emanuele Palma che secondo la Commissione per l’Ambiente americana avrebbe cospirato per ingannare i regolatori, i clienti e il pubblico sui sistemi di emissione utilizzati sui veicoli diesel di Fiat Chrysler negli Stati Uniti. Il manager risulta indagato da inizio settembre nel quadro dell’inchiesta del Dipartimento di Giustizia sulle emissioni non conformi dei veicoli a motorizzazione diesel. Emanuele Palma, dirigente di Fca nel settore diesel ed emissioni è accusato di avere violato il Clean Air Act, legge fondamentale sulla protezione dell’ambiente negli Usa, in vigore dal 1963. La legge prevede la fissazione, da parte dell’Environmental Protection Agency (Epa), l’agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense, di standard nazionali di qualità dell’aria per determinati tipi di inquinanti.
Giancarlo Messina
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