
Gino Strada accusa le istituzioni di «fascismo»
1 julio, 2019 Off By Gazzettino Italiano Patagónico
Gino Strada non usa mezzi termini per definire il comportamento e l’atteggiamento delle istituzioni in tutta la vicenda che ha riguardato il contestato approdo nel porto di Lampedusa da parte della nave Sea Watch 3. Il fondatore di Emergency ha parlato apertamente di «modo fascista», ribadendo completa solidarietà all’equipaggio dell’imbarcazione della Ong e alla capitana Carola Rackete, arrestata questa notte e che dovrà affrontare un processo per direttissima. Nel frattempo la 30enne tedesca sarà agli arresti domiciliari, mentre è stato già annunciato il sequestro della nave da parte della Guardia di Finanza e la prefettura dell’isola attende solamente il via libera del Viminale per far scattare le sanzioni amministrative.
«La disobbedienza civile è da perseguire di fronte a queste istituzioni che si comportano in modo che non potrei altro che definire fascista – ha detto Gino Strada durante un evento a Milano per i 25 anni di Emergency -. Noi ci impegneremo per cercare di risolvere con la pressione di massa questo problema drammatico, perché oggi sul banco degli imputati c’è chi vuole aiutare». Accuse molto gravi che mettono nel mirino l’atteggiamento avuto dal governo italiano nei confronti non solo della nave, ma anche dei migranti che erano a bordo. Il tutto, per contestare l’operato di una Ong che come indicazione e ruolo principale ha quello di soccorrere gli esseri umani che, nel tentativo di raggiungere una vita migliore – lontana da guerre e carestie – tentano la rischiosa via del mare.
Le dura presa di posizione del fondatore di Emergency
«Difendere il valore dell’aiuto e non l’indifferenza è la caratteristica fondamentale di una società civile. Emergency c’è in questa battaglia e ci sara», ha concluso Gino Strada. Nelle settimane scorse lo stesso fondatore di Emergency si era già schierato contro Matteo Salvini e le sue politiche. L’aggettivo fascista torna a essere utilizzato per sintetizzare il modo di fare delle istituzioni italiane nei confronti degli stranieri.
Enzo Boldi
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