Gazzettino Italiano Patagónico

Vittorio Sgarbi e il nome di Regeni «accompagnato» dalla bandiera leghista


  • Vittorio Sgarbi difende il gesto di aver posto la bandiera della Lega sullo striscione per Giulio Regeni a Ferrara
  • Il vessillo di “Salvini Premier” non ha coperto, ma “accompagnato” il nome del ricercatore ucciso
  • Pou l’attacco alla sinistra che non può fare la morale a nessuno sulla questione

Quel gesto indelicato di coprire lo striscione dedicato alla memoria di  Giulio Regeni con la bandiera della  Lega sullo scalone del palazzo del Comune di Ferrara ha provocato molte reazioni. C’è chi l’ha giudicato denigratorio per la memoria del giovane ricercatore ucciso in  Egitto e chi, invece, è riuscito a giustificare l’accaduto (in special modo nello zoo dei social) insultandolo, ancora una volta.  Il Giornale ha pubblicato un articolo a firma  Vittorio Sgarbi nel quale il critico d’arte se la prende con chi ha condannato quel gesto e prendendo le difese di chi ha esultato posando la bandiera di « Salvini Premier» su quello striscione.
«È semplicemente malinconico vedere che l’odio, la rabbia, che non si sono manifestati quando la città è stata minacciata nei suoi principali monumenti da un’amministrazione volta solo all’utile e non al bello – scrive Vittorio Sgarbi su Il Giornale -. Oggi si esprimono, in nome della tolleranza, con la polemica di una bandierina della Lega sopra lo stendardo ‘Verità per Giulio Regeni’ che non copre il nome del giovane eroe italiano, ma semplicemente lo accompagna». Secondo il sindaco di Sutri, ferrarese doc, quel gesto è stato involontario e privo di alcuna volontà politica. Insomma, il tutto sacrificato all’altare dell’euforia per aver riportato la destra alla guida del Comune dopo 69 anni.
Vittorio Sgarbi non infanga la figura di Giulio Regeni, anzi lo definisce un ero barbaramente ucciso mentre era in Egitto. Dopodiché, però, attacca la sinistra e il Pd che non ha fatto nulla per gestire al meglio i rapporti diplomatici con il governo del Paese Nordafricano, senza riuscire a venire a capo delle oscure indagini che, dopo oltre tre anni, non hanno ancora accertato le cause e i responsabili della morte del giovane ricercatore italiano, rapito e ucciso tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2016.
La sinistra e il Pd non possono parlare
Vittorio Sgarbi chiude la sua riflessione su Il Giornale chiedendo che senso abbia avuto prendersela con la  Lega per quell’euforia dovuta all’ebrezza della vittoria, sottolineando – ancora una volta – che la sinistra non possa fare la morale sul caso Regeni perché poco ha fatto per pretendere la ricerca della verità sulla sua morte.
Milo Attanasio

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