Gazzettino Italiano Patagónico
L'ex sottosegretario Armando Siri risponde alle domande dei giornalisti al suo arrrivo a Montecitorio. Roma, 29 maggio 2019 ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Siri-Arata, i due nomi tornano nell’ordinanza del Gip

 

  • Il binomio Siri-Arata compare anche nella misura cautelare dell’arresto del faccendiere
  • Si ribadisce quanto già indicato lo scorso aprile e trasferito alla Procura di Roma
  • Emerge anche l’interesse di Cosa Nostra per il business dell’eolico in Sicilia

Dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che ha convalidato l’arresto del faccendiere  Paolo Arata e di suo figlio  Francesco emergono altri dettagli sulle accuse che hanno portato, questa mattina, alle manette. E tra le carte torna a campeggiare il nome dell’ex sottosegretario della Lega al Mit  Armando Siri. Il gip fa riferimento esplicito all’ipotesi di contatti corruttivi  Siri-Arata indicando anche il periodo in cui i due sarebbe entrati ancor più in contatto. Si tratta dello scorso mese di settembre. Un particolare che ricalca l’avviso di garanzia inviato all’ex membro leghista del governo.
«Tra i fatti di reato sono emersi anche ipotizzati  accordi corruttivi raggiunti a Roma nel settembre 2018 da Paolo Arata, dal figlio Francesco  e dell’attuale senatore Armando Siri», si legge tra le carte dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che ha portato all’arresto, questa mattina, del faccendiere già nel mirino per un altro filone che riguarda i rapporti con l’imprenditore eolico  Vito Nicastri. Tutti gli atti relativi ai contatti Siri-Arata sono stati già comunicati ad aprile alla procura di Roma, dando il via alle indagini che hanno portato all’accusa di corruzione (in attesa di processo) nei confronti dell’ex sottosegretario.
Secondo il gip, Paolo Arata «ha fatto  tesoro della sua  precedente militanza politica, in Forza Italia, per trovare canali privilegiati di interlocuzione con esponenti politici regionali siciliani ed essere introdotto negli uffici tecnici incaricati di valutare, in particolare, i progetti relativi al  biometano». La misura cautelare in carcere è dovuta alla certificata – secondo le indagini preliminari – attività di corruzione del faccendiere e di suo figlio, oltre all’intestazione fittizia e all’autoriciclaggio.
L’interesse di Cosa Nostra per l’eolico
E i confini degli affari sembrano essere ancor più problematici, perché nell’ordinanza si fa esplicito riferimento, oltre ai contatti Siri-Arata, anche con Vito Nicastri, il re dell’eolico siciliano accusato di aver finanziato la latitanza di  Matteo Messina Denaro. E proprio il nome del boss in fuga compare nel testo della misura cautelare, con il gip che sottolinea il forte interesse di Cosa Nostra per il business dell’eolico sull’isola.
ndr

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