Il Plenum di ieri pomeriggio del Consiglio superiore della magistratura (Csm) riunito sul caso dell’ex presidente dell’Associazione magistrati, Luca Palamara, accusato di corruzione dalla Procura di Perugia, ha ammesso “Quanto è emerso è indicativo di comportamenti da cui intendiamo prendere le distanze. È il tragico epilogo di un processo di degenerazione della rappresentanza della magistratura”. A dirlo sono i vertici del Consiglio che ha paragonato, come accaduto nell’intervento del leader di magistratura democratica, Giuseppe Cascini che ha paragonato i fatti accaduti allo scandalo della loggia massonica della P2 ai primi degli anni Ottanta. Un riferimento quest’ultimo non casuale e non lontano da derive contemporanee anche in diverse procure come si sussurra in alcuni ambienti circa aggiustamenti di processi e connivenze con studi legali. Gli atti processuali dei magistrati di Perugia sono stati trasmessi anche al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede che aveva già inviato i suoi ispettori già a fine maggio nella piccola Procura umbra ma ora l’intervento richiede un’indagine ad ampio raggio.
Pietro Valsecchi
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