
Il ministro Bonafede non esclude un’indagine più ampia sul caso Palamara
5 junio, 2019
Il Plenum di ieri pomeriggio del Consiglio superiore della magistratura (Csm) riunito sul caso dell’ex presidente dell’Associazione magistrati, Luca Palamara, accusato di corruzione dalla Procura di Perugia, ha ammesso “Quanto è emerso è indicativo di comportamenti da cui intendiamo prendere le distanze. È il tragico epilogo di un processo di degenerazione della rappresentanza della magistratura”. A dirlo sono i vertici del Consiglio che ha paragonato, come accaduto nell’intervento del leader di magistratura democratica, Giuseppe Cascini che ha paragonato i fatti accaduti allo scandalo della loggia massonica della P2 ai primi degli anni Ottanta. Un riferimento quest’ultimo non casuale e non lontano da derive contemporanee anche in diverse procure come si sussurra in alcuni ambienti circa aggiustamenti di processi e connivenze con studi legali. Gli atti processuali dei magistrati di Perugia sono stati trasmessi anche al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede che aveva già inviato i suoi ispettori già a fine maggio nella piccola Procura umbra ma ora l’intervento richiede un’indagine ad ampio raggio.
Pietro Valsecchi