Il 22 maggio in tutto il mondo si ricorda l’importanza della biodiversità e del legame che esiste fra la Natura, con i prodotti che ci dona, e il nostro benessere. La data è quella dell’entrata in vigore della Convenzione per la Diversità Biologica (CDB), avvenuta il 22 maggio 1993. L’attuale ritmo di estinzione delle specie animali e vegetali è considerato da 100 a 1.000 volte superiore a quello registrato in epoca pre-umana. Gli scienziati ritengono che siamo di fronte alla sesta estinzione di massa, questa volta per cause antropiche, persino superiore a quella che ha segnato la fine dei dinosauri, 65 milioni di anni fa. Attualmente le estinzioni procedono al ritmo di un numero compreso tra 10 e 690 specie per settimana. Negli ultimi 25 anni le popolazioni degli animali selvatici si sono dimezzate.
Le maggiori minacce alla biodiversità arrivano da specie aliene invasive e dalla distruzione degli habitat.
Anche la ricchezza della biodiversità italiana è seriamente minacciata e rischia di essere irrimediabilmente perduta: dai dati dell’Annuario dei dati ambientali ISPRA emerge che 6 specie di Vertebrati si sono estinte nel territorio nazionale in tempi recenti: due pesci (lo storione comune e quello ladano); tre uccelli (la gru, la quagli tridattila, il gobbo rugginoso); un mammifero (il pipistrello rinolofo di Blasius). Le specie minacciate di estinzione sono 161, di cui 138 terrestri e 23 marine, pari al 28% delle specie valutate.
Biblioteca della Vita
La biodiversità è “La ricchezza della vita sulla Terra, in tutte le sue forme e in tutte le sue interazioni”. La Convenzione sulla Diversità Biologica distingue tre livelli in cui i milioni di piante, animali e microrganismi si organizzano: il livello dei geni, che danno vita alla diversità e all’eredità di ciascuna specie; il livello delle specie, che sono parte di un ecosistema; il livello degli ecosistemi, intesi come entità reali del mondo naturale. Secondo un approccio “filosofico”, la biodiversità rappresenta la conoscenza appresa dalle specie, nel corso di un processo evolutivo di milioni di anni, su come sopravvivere alle condizioni ambientali.
La sicurezza alimentare è a rischio
L’analisi dei principali settori produttivi indica che il 70% di perdita di biodiversità terrestre dipende da fattori legati all’agricoltura. Le soluzioni per raggiungere sistemi agro-alimentari sostenibili passano attraverso il “restauro” dei servizi ecosistemici nelle aree agricole, la riduzione degli sprechi e delle perdite alimentari e il cambiamento dei modelli di acquisto e di consumo di cibo, fibre, cosmetici e altri prodotti non alimentari di origine agricola. Oggi il 75% del cibo prodotto per il consumo umano deriva da sole 12 specie vegetali e 5 animali. Si è costituito un sistema di produzione alimentare globale basato su un numero limitato di specie animali e di varietà vegetali, geneticamente uniformi e altamente produttive, che costituisce una criticità sia per la conservazione della biodiversità, sia per la salute umana. La perdita di fonti alimentari diversificate – la nostra sicurezza alimentare –, diminuisce la resilienza umana e la capacità di far fronte ai cambiamenti, inclusi quelli climatici. Anche la salute umana è colpita: la perdita di diversi tipi di regimi alimentari è direttamente collegata alla malnutrizione e a patologie come il diabete e l’obesità. La Giornata mondiale della biodiversità di quest’anno, ha come tema “Our Biodiversity, Our Food, Our Health”, proprio per sottolineare la stretta interdipendenza esistente tra la biodiversità, i sistemi alimentari e la salute umana, toccando gli aspetti della diversità biologica e culturale più tangibili nella vita quotidiana delle persone . Carlo Petrini, presidente di Slow Food, partner della giornata mondiale, sottolinea: «La biodiversità dei microrganismi, delle specie animali e vegetali, degli ecosistemi, dei saperi tradizionali è la nostra garanzia per il futuro, perché consente l’adattamento ai cambiamenti climatici e garantisce il benessere delle comunità locali. Il sistema di produzione e distribuzione alimentare globale, che si regge su un modello industriale applicato alla Natura, non ha risolto i problemi della fame e della malnutrizione, ma ha anzi prodotto conseguenze devastanti, trasformando l’agricoltura in un’attività di sfruttamento e distruzione degli ambienti naturali». Slow Food chiede ai governi di adottare misure incisive a favore di un modello agroalimentare sostenibile, che rispetti la salute umana e quella ambientale. Agli agricoltori e ai produttori di cibo chiede di impegnarsi per promuoverlo e applicarlo e ai consumatori di sostenerlo con le loro scelte alimentari quotidiane.
Convenzione sulla diversità biologica
La Convenzione sulla diversità biologica (CBD), aperta alla firma al Vertice della Terra di Rio de Janeiro nel 1992 ed entrata in vigore dal 1993, è un trattato internazionale per la conservazione della biodiversità, l’uso sostenibile delle sue componenti e una giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche; con 196 parti firmatarie, vede un’adesione quasi universale presso i Paesi del mondo. L’obiettivo della Convenzione è il contrasto di ogni minaccia per la biodiversità e i servizi ecosistemici, comprese quelle derivanti dal cambiamento climatico, attraverso valutazioni scientifiche, lo sviluppo di strumenti, incentivi e processi innovativi, il trasferimento di tecnologie e buone pratiche e il coinvolgimento attivo dei soggetti interessati, dalle popolazioni indigene e le comunità locali alle donne e ai giovani, dalle organizzazioni non governative alla comunità imprenditoriale.
Luca Serafini