A consentirlo, il Regolamento recante ulteriori modifiche all’articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, decreto recentemente varato dal Consiglio dei Ministri.
Cosa dice il Regolamento
La normativa, di fatto, stabilisce che – in presenza di motivate ragioni di interesse pubblico – il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare possa derogare al divieto di reintroduzione, introduzione e popolamento in natura di specie alloctone nel territorio italiano; il regolamento spiega anche che queste introduzioni dovranno essere compiute sulla base di studi che evidenzino l’assenza di effetti negativi sull’ambiente.
I timori della comunità scientifica
Una possibilità insidiosa, che metterebbe a serio rischio i delicati equilibri degli ecosistemi marini. «Si tratta di un provvedimento che potrebbe mettere a gravissimo rischio la biodiversità fluviale» ha commentato la SHI – Societas Herpetologica Italica, rimarcando come questo sia un parere condiviso da tutta la comunità scientifica.
L’approvazione dei pescatori
Se da una parte la comunità scientifica e le associazioni ambientaliste si sono schierate contro il decreto, dall’altra i pescatori hanno accolto con favore la possibilità di introdurre specie alloctone nei fiumi; la Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) ha commentato affermando che la nuova norma «rende finalmente le immissioni legittime in tutte le acque italiane».
ndr