I maiali sono più intelligenti dei cani, imparano velocemente e hanno un’ottima memoria. Eppure, passano tutta la loro vita nei capannoni degli allevamenti intensivi, senza poter esprimere alcuna delle proprie caratteristiche etologiche.
Le doti cognitive degli “animali da reddito”
Le capacità cognitive degli animali da reddito sono spesso sminuite e dimenticate. «D’altronde non si ha alcun interesse a mettere in luce le caratteristiche che potrebbero rendere le persone troppo empatiche verso ciò che generalmente è considerato “carne”» spiega l’associazione Essere Animali. Eppure, le capacità dei maiali sono state riconosciute anche dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che si è espressa affermando che i maiali possiedono notevoli doti cognitive. Secondo gli esempi citati dall’autorità europea, i maiali sarebbero in grado di utilizzare oggetti per raggiungere uno scopo – abilità condivisa con gli scimpanzé –, comprendere un linguaggio simbolico e persino fare ricorso all’astuzia, proprio come i cani. I maiali, inoltre, sono portati a formare forti legami coi propri simili, bisogno che nelle gabbie degli allevamenti intensivi non è mai soddisfatto.
Ripensare il nostro rapporto con i maiali
Sottolineare le doti cognitive dei maiali non è umanizzare gli animali, ma riconoscere loro capacità; alla luce di questo, diventa impossibile non fermarsi a riflettere su quale sia il nostro rapporto con questa specie. «Abbiamo dimostrato che i maiali condividono un certo numero di capacità cognitive con altre specie altamente intelligenti come cani, scimpanzé, elefanti, delfini e persino umani – ha commentato Lori Marino, neuroscienziata della Emory University di Atlanta –. Esistono buone prove scientifiche che suggeriscono che dobbiamo ripensare il nostro rapporto con loro».
Marat Frigerio