Toninelli non percepisce un dissesto nella capitale
Tutto a posto, niente in ordine. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto una fotografia della situazione della capitale e, al netto di qualche piccolo problema, il suo bilancio è molto positivo. Nel corso della sua intervista radiofonica a Rtl 102.5, Danilo Toninelli ha fatto i complimenti a Virginia Raggiper la gestione del Campidoglio e ha sminuito il quadro catastrofico che viene quotidianamente dipinto quando si parla di Roma, della sua gestione amministrativa e di tutto quel che concerne le polemiche provenienti da una sponda della maggioranza del governo. «A Virginia Raggi dico ‘brava’ – prosegue Danilo Toninelli – e so che lei lotta e lotterà fino alla fine del mandato per migliorare la città. È riuscita a non contrarre più debiti, ha stoppato i premi a pioggia di Atac e abbiamo salvato l’azienda mentre quelli di prima volevano privatizzarla». Il bicchiere, dunque, è mezzo pieno. Anzi, quasi colmo, al netto di tutte le altre difficoltà che, per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono state ingigantite rispetto alla portata reale dei problemi.
Il Salva Roma è un Salva Italia
Il tema caldo del giorno è la polemica all’interno della maggioranza per il cosiddetto Salva Roma nel decreto crescita. Per Toninelli la norma non serve a sanare la Capitale, ma tutta Italia. «Roma l’hanno rovinata centro-destra e centro-sinistra che hanno creato il debito, hanno fatto dei prestiti obbligazionari, Veltroni con tassi al 5,34% e fenomeni come Alemanno e il centro-destro che hanno gestito con una gestione commissariale, cioè statale, questo debito di dodici miliardi facendolo pagare cinquecento milioni all’anno, trecento milioni agli italiani e duecento a tutti i romani che oggi, da tanti anni, pagano le tasse comunali più alte. Noi abbiamo detto che è folle continuare a pagare questi interessi, ci stacchiamo – dalla gestione commissariale e rinegoziamo il debito, come fa un buon padre di famiglia quando ha la possibilità di andare a slegarlo dalla banca ed attivarlo in un’altra banca con tassi inferiori, che significa meno interessi, meno spesa pubblica e meno tasse per tutti gli italiani».
ndr