Volano stralci. Il governo gialloverde è arrivato all’ennesima prova di resistenza dopo quasi un anno alla guida del Paese. Il Consiglio dei Ministri di martedì sera non ha sanato le fratture emerse nei giorni scorsi tra i vari uomini forti delle due anime della maggioranza. Anzi, ha acuito ancor di più le distanze che – foraggiate dalla campagna elettorale in vista delle elezioni Europee – sono sempre più evidenti. E proprio la data del 26 maggio sarebbe stata indicata da Matteo Salvini come il giorno della fine di questa esperienza congiunta tra Lega e Movimento 5 Stelle. Lo scontro con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio è apertissimo e le parole volate nelle stanze di Palazzo Chigi hanno lasciato il segno. A rompere ancor di più l’idillio ci ha pensato Matteo Salvini che, sfruttando l’assenza temporanea di Luigi Di Maio – impegnato nelle registrazioni della sua intervista a Di Martedì – che si è presentato a Consiglio dei Ministri già iniziato. Il ministro dell’Interno, tronfiamente, aveva dichiarato alla stampa che il cosiddetto Salva Roma era stato stralciato dal decreto crescita, in accordo con il premier Giuseppe Conte, unico interlocutore non leghista (oltre al ministro Barbara Lezzi) a Palazzo Chigi. Dichiarazioni che hanno fatto infuriare il premier, perché nulla era stato ancora deciso.
La deadline del 27 maggio
Dal canto suo, Matteo Salvini sembra avere le idee sempre più chiare sul futuro a tempo di questa maggioranza. Tra le chat dei leghisti, infatti, gira un messaggio dello stesso leader del Carroccio che spiegherebbe quanto siainutile andare avanti con il Movimento 5 Stelle. Il rompete le righe, quindi, potrebbe arrivare il 27 maggio, all’indomani del voto per le Europee.
ndr