Mi rendo perfettamente conto che spostarsi in città usando la bicicletta necessità di una discreta dose di coraggio. Per un ciclista in sella ad una bici da corsa, con i piedi attaccati ai pedali, la seduta alta, le ruote sottili e il manubrio basso, si tratta di una vera roulette russa. Per tutti gli altri utenti ciclisti, è richiesta molta attenzione. Pavè e porfido rappresentano ostacoli che se non affrontati con la giusta inclinazione del manubrio, equivalgono a ritrovarsi per terra. Lerotaie del tram sono ancora più insidiose. Le strisce bianche della segnaletica al suolo e dei passaggi pedonali, sono estremamente scivolose. Se poi il tutto è spruzzato da un velo di pioggia, stare in equilibrio richiede doti notevoli. Quindi chi si sposta i bicicletta si considera al pari di un eroe e si valuta in credito col mondo che attraversa. Però…. C’è sempre un però a ribaltare la frittata! Se lo spostarsi in bicicletta risolve brillantemente i problemi di inquinamento e di congestione del traffico, non per questo dobbiamo sentirci autorizzati a fare tutto quello che ci salta in mente. Ormai sono numerosissimi i ciclisti che si occupano di consegne di ogni tipologia di merci e, dato che per loro il tempo è denaro, ne fanno di tutti i colori e guai a trovarsi sulla loro strada. Ma almeno hanno l’attenuante che stanno lavorando. Ma come giustificare eleganti e distintissime signore, con il manubrio stile albero di Natale, coperto di pacchi, che sfrecciano in qualunque direzione e per le quali l’importante è circolare sul marciapiede come se la strada fosse riservata soltanto alle auto? Speriamo non trovino troppo consenso, quindi spariscano al più presto, quegli stravaganti tricicli a pedale, stile risciò, per il trasporto di passeggeri. Sarà anche romantico farsi scorrazzare in bicicletta da un povero cristo che suda sette camicie per farci visitare la città. Ma nel traffico caotico e congestionato di Milano, un simile mezzo ha una stazza e una lentezza tali che ne sconsiglia categoricamente la circolazione. Purtroppo questa situazione di utilizzare con maleducazione la bicicletta nelle città sta aumentando esponenzialmente di anno in anno, tanto da aspettarci le reazioni stizzite dei poveri pedoni, o di leggere in cronaca di qualche grave incidente tra ciclista e passante. A peggiorare una situazione che sta rapidamente evolvendo verso l’insopportabilità, ci si mette anche il Codice della Strada con progetti di leggi che autorizzano i ciclisti a viaggiare contromano. Così sarà più semplice liberarsi della categoria per selezione naturale. Ma forse nel caos maleducato di oggi, le regole tipo precedenza, uso delle frecce, visibilità di notte, corsie preferenziali, che valgono soltanto nel corretto senso di marcia, sono concetti desueti. In questo mondo di eroi domina una sola regola: che vinca il più furbo.
Cesare De Ambrosis