- In un’intervista a La Stampa, Simone Pillon torna a parlare di adozioni alle coppie gay
- Per il senatore leghista a essere discriminati sarebbero proprio i bambini che si ritroverebbero senza un padre o una madre
- Poi fa l’esempio delle suore che, secondo lui, a questo punto potrebbero essere genitori perché allevano bambini
La linea del senatore Simone Pillon e della maggioranza dei Parlamentari e rappresentati delle istituzioni in quota Lega è ben nota: no alle adozioni alle coppie gay, no ai figli con due madri (o due padri), stop alla pratica del cosiddetto «utero in affitto» e fare un passo indietro su alcuni principi della legge 194 sull’aborto. Il tema del riconoscimento delle coppie omosessuali è stato al centro delle attenzioni de Congresso delle Famiglie di Verona dello scorso fine settimana ed è stato confermato dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale – seppur approvato due mesi fa – del ritorno alla vecchia dicitura ‘padre e madre’ sui moduli per la richiesta della carta d’identità in luogo del più generico ‘genitori’.
«A me pare una decisione di buon senso – ha detto Simone Pillon in un’intervista rilasciata a La Stampa -. Ognuno nel suo privato fa quello che ritiene più opportuno, ma i bambini nascono da una mamma e da un papà». Il senatore leghista, autore di un disegno di legge molto contestato e che, secondo quando indicato dal sottosegretario Spadafora, è stato accantonato e non arriverà mai in Parlamento, mantiene il punto di ferro contro il riconoscimento dei diritti alle coppie gay. «Come fanno a esserci due madri? Si vuole forse sostenere che un figlio può nascere da tre persone che si vogliono bene? E allora perché non da cinque?», ha tuonato Pillon rispondendo a una domanda sulla cancellazione di migliaia di famiglie gay, prima di proseguire il suo discorso facendo dubbi esempi: «E perché non porsi il tema di un gruppo di suore che all’anagrafe non possono essere indicate come genitori anche se allevano figli?».
Il senatore sostiene che le coppie gay discriminerebbero i bambini
L’esempio delle suore non sembra calzare molto, ma quel che sostiene dopo mostra le fondamenta del suo pensiero: «Forse dovrebbero essere i bambini a sentirsi discriminati se a loro viene tolta la mamma e i papà». Quindi, secondo il senatore leghista, da parte delle coppie omosessuali ci sarebbe una discriminazione che andrebbe a colpire proprio i più piccoli.
Enzo Boldi