L’ ’85% della produzione di vino, nei prossimi 50 anni, potrebbe essere a rischio, causa l’innalzamento delle temperature. La visione, alquanto apocalittica, è del Wwf, che ha lanciato l’allarme nel giorno dell’Earth Hour. Oggi il mondo (In Italia alle 20.30), celebra l’Ora della Terra, un’iniziativa per sensibilizzare i Governi e i popoli sul tema dei cambiamenti climatici. Tutti sono invitati a spegnere le luci per un’ora, per riflettere sugli effetti del consumo energetico e sui danni provocati dall’inquinamento globale. Nell’occasione, il Wwf ha ripreso alcuni dati di uno studio dell’Università di Harvard, pubblicato di recente sulla rivista Environmental Health Perpectives, secondo cui gli effetti negativi dell’innalzamento delle temperature potrebbero avere conseguenze inimmaginabili anche sulle colture e sull’alimentazione. Una situazione che porterebbe innanzitutto al cambiamento dei processi di maturazione dell’uva – da qui il rischio sulla produzione del vino – ma anche di tanti altri frutti, come pesche o albicocche o fragole, che avranno una minore resa e di conseguenza costi più alti. Non solo: i cambiamenti del clima avrebbero poi effetto anche sulla qualità stessa del cibo, con una diminuzione della qualità dei nutrienti contenuti negli alimenti, in particolare le proteine vegetali che rappresentano oggi il 63% del totale di cui mediamente ci nutriamo. Ci sono poi le ripercussioni indirette dovute al peggioramento delle condizioni di vita di molte specie animali, da cui dipendono anche le coltivazioni. Le api e gli impollinatori, da cui dipende almeno in parte il 75% delle colture alimentari mondiali, ma anche i lombrichi, le alghe o i funghi che contribuiscono a rendere il suolo fertile. Negli ultimi 50 anni gli esseri umani sono più che raddoppiati e lo sfruttamento di risorse ha raggiunto livelli di allarme: il consumo globale di cibo e acqua dolce è più che triplicato e quello di combustibili fossili è quadruplicato. Oggi si calcola che l’umanità avrebbe bisogno di 1,7 volte il pianeta per sostenere i propri consumi e assorbire i propri rifiuti. Un invito globale sarà dunque quello di iniziare a ridurre, riusare, riciclare e fare attenzione alla propria dieta. «Da una parte abbiamo la responsabilità morale di vivere in armonia con la natura – dice Marco Lambertini, direttore generale del Wwf Internazionale – dall’altra la natura è di vitale importanza per la vita quotidiana di tutti. Dalla natura dipende il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, e molto altro ancora, ma stiamo spingendo il pianeta al limite e la natura è gravemente minacciata».
Caterina Monzese