l pregio di fare birra agricola è potersi esprimere attraverso quello che nel vino è il terroir: varietà di luppolo differenti, territorialità dei cereali e specifiche spezie o erbe aromatiche. La birra agricola rappresenta quindi l’espressione totale e vera di un territorio, nonché la maestria e il cosiddetto “polso” di chi la produce. È il caso di una realtà che merita la visita in centro Italia, nelle mani di Giulio Angeloni, uomo di poco parole, birraio e agricoltore tenace, lontano dai circuiti di fiere e gare. Vi accoglie tra il comune di Monte Porzio (sede del birrificio) e quello di San Costanzo, sulle morbide colline della Valcesano, coperte dai campi d’orzo. Tre poderi circondano i due paesini marchigiani e qui Giulio Angeloni gestisce ben cinquanta ettari di proprietà di famiglia in cui la cerealicultura a rotazione la fa da protagonista tra grano duro, girasoli e ceci. Dai primi mesi del 2013 si dedica all’esaltazione di una birra agricola tutta marchigiana con un nuovo impianto da 10 ettolitri. Sette ettari e mezzo sono dedicati all’orzo distico utilizzato nella produzione di quattro birre ad alta fermentazione e più del 90% della materia prima impiegata deriva dal ciclo chiuso casalingo. Colpiscono la Mater Dea, una golden ale semplice, pulita e ben fatta, la birra d’ingresso per così dire, e la Mp Sunrise, una Apa ad alta fermentazione rifermentata in bottiglia, dal colore ambrato dorato e dal chiaro sentore di agrumato su cui spiccano pompelmo e mandarino. Vale il viaggio.
Giovanni Angelucci