Gazzettino Italiano Patagónico
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Festival di Limes a Palazzo Ducale, Genova, 8 marzo 2019. ANSA/LUCA ZENNARO

A novembre il M5S era contrario alla Via della Seta

  • Sul Blog di Beppe Grillo c’è un articolo che si schiera contro la Via della Seta
  • A firmarlo è l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao che parlava di “rischio di egemonia culturale”
  • Ora il Movimento 5 Stelle, a differenza della Lega, è entusiasta dei probabili accordi Italia-Cina

Cambiare idea non significa disconoscere la propria essenza, ma farlo in politica rende oppugnabili diversi ideali. I MoVimento 5 Stelle, trascinato dalle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del vicempremier e ministro Luigi Di Maio che hanno parlato della Via della Seta, quel grande corridoio economico internazionale che unisce molti Paesi alla Cina, come una grande operazione strategica per l’Italia. A quanto pare, però, oltre ai tentennamenti della Lega e di Matteo Salvini anche alcuni rappresentanti M5S non sono così convinti dell’efficacia di questa operazione. O, almeno, non lo erano fino a quattro mesi fa, parlando addirittura di rischio di «egemonia culturale».

«Stiamo quindi parlando di qualcosa di molto più grande di quello che sembra – scriveva l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao scrivendo sul Blog di Beppe Grillo un articolo dedicato proprio agli accordi economico-commerciali della via della Seta. Stiamo parlando di una strategia silenziosa e lungimirante di egemonia culturale, economica, commerciale e geopolitica, che quando giungerà a maturazione, sarà tanto invasiva quanto irreversibile». Una vera e propria invasione che sarebbe irrecuperabile e metterebbe a rischio tutti i valori – di qualsiasi tipo e livello – dell’Occidente.

A novembre il M5S era contrario alla Via della Seta

La strategia, a dispetto da quanto scritto da Ignazio Corrao, non è mai sembrata essere così silenziosa, soprattutto dal fronte italiano. Famoso, infatti, è stato quel viaggio in Cina del ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, leader dei pentastellati, con tanto di auto-polemica sui biglietti aerei creata ad arte per creare dibattito dove non serviva. Così come l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, rinominato Ping dallo stesso vicepremier grillino in una delle sue tante gaffe.

Luigi Di Maio ama la Cina

Insomma, fin dai primi vagiti del governo gialloverde la Cina è sembrata essere vicinissima e gli accordi sulla via della Seta sembrano essere arrivati a un punto di svolta. Un’inversione a ‘U’ al centro di quel corridoio economico, prima utilizzato per fare terrorismo psicologico su una probabile e inesorabile invasione cinese. Ora, dopo la demonizzazione si cambia idea e ben venga la Via della Seta, i cinesi, l’egemonia culturale, economica, commerciale e geopolitica. Ormai è tutto irreversibile.

Enzo Boldi

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