A nulla sono valse le proteste degli attivisti e di parte della comunità scientifica: l’Islanda ha annunciato che non intende rinunciare alla caccia alla balene e che, per i prossimi 5 anni, il piano di uccisioni prevede la cattura di 2mila cetacei.
Quale specie saranno cacciate
L’annuncio è stato dato dal Ministero della pesca e agricoltura che ha spiegato anche come sia in programma la cattura di 209 individui di balenottera comune (Balaenoptera physalus) e di 217 balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata). Il ministro Kristján Þór Júlíusson ha, inoltre, spiegato che si tratta di quote sostenibili per le specie, come emerso anche dalle ricerche compiute dall’Università d’Islanda.
Vive o morte?
Eppure, sempre secondo l’ateneo islandese, le balene valgono più da vive che da morte. Secondo le stime, nel 2017 l’introito generato dalla caccia alla balene e dalla vendita di carne ammonterebbe a 1,7 miliardi di corone. Una cifra di gran lunga minore ai 3,2 miliardi di corone incassate dal settore del turismo legato alle balene. L’Islanda, dunque, rischia di far male non solo alla biodiversità, ma anche alle proprie casse.
Pietro Valsecchi